Riforma Codice della Strada: basta auto (anche elettriche e ibride) nei centri urbani. Entrano solo pedoni e biciclette

Riforma Codice della Strada: basta auto (anche elettriche e ibride) nei centri urbani. Entrano solo pedoni e biciclette

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Ultima ora: pesce d’aprile. Purtroppo era un pesce d’Aprile. L’On. Scepe (anagramma di Pesce) avrebbe dovuto insopettire (come d’altra parte altre battute sparse per l’articolo: car-ogm-free, ecc). Resta invece uno scherzo di pessimo gusto fatto ai cittadini da parte di chi ci governa il libero accesso delle auto ibride alle zone pedonali e ZTL. Tutto il contrario della politica proposta da FIAB, di restituzione ai cittadini dello spazio pubblico, oggi invaso dalle auto, per usi diversi, compresa la mobilità ciclistica e pedonale.

Clamoroso passo indietro del Parlamento sulla modifica del codice della strada che, con l’aggiunta, all’art. 7, del comma 9-bis, grazie alla legge di bilancio 2019, aveva aperto l’accesso libero alle ZTL a veicoli elettrici ed ibridi.

Grazie ad un emendamento, proposto dall’On. Scepe, ed approvato in Commissione Trasporti, viene introdotto il concetto di spazio pubblico minimo, inteso come aree, all’interno dei centri urbani, totalmente prive di traffico veicolare, aperte solamente a pedoni e ciclisti. E non parliamo delle già esistenti “aree pedonali” ma di una nuova definizione che dovrà essere applicata a tutti i centri storici e alle zone urbane, appositamente individuate dagli strumenti urbanistici generali dei Comuni, che dovranno diventare car-ogm-free, con la sola eccezione dei mezzi del trasporto pubblico locale alimentati a metano, elettricità o altre forme di energia “pulita”.

Un concetto rivoluzionario che non sarà uno scherzo tradurre con norme chiare e facilmente applicabili, ma la strada sembra spianata, come una sogliola. A convincere i parlamentari, sembra, i nuovi dati sulle morti dovute all’inquinamento atmosferico e all’incidentalità che, in Italia, conta oltre 90.000 vittime per incidenti (su 450.000 circa in Europa) e 3.500 per incidenti stradali (gli ultimi degli quali hanno visto coinvolti pedoni che camminavano sui marciapiedi, e ciò nonostante sono stati investiti da vetture).

Quindi stop agli accessi indiscriminati nelle ZTL, dove saranno ammesse solo pochissime categorie di veicoli, sì alla pedonalizzazione di ampie aree dei centri urbani, e priorità alla mobilità pedonale e ciclistica, abbinata al trasporto pubblico locale (resta acceso il dibattito se estendere il provvedimento anche ai monopattini).

E sarà Roma a sperimentare per prima la normativa, con l’introduzione di zone a traffico in tutto il territorio comunale, analoghe all’area C milanese, e il blocco del traffico motorizzato in tutto il centro storico.

Prima di gioire, però, aspettiamo di leggere il testo definitivo, che uscirà unitamente al “Collegato ambientale e delle pesca” e, soprattutto, di verificarne l’applicazione. Fidarsi è bene ma, come l’esperienza ci insegna, non fidarsi è meglio (soprattutto in certi giorni dell’anno).