I 200 della bicicletta. Gli auguri da Fiab alla “draisina”

I 200 della bicicletta. Gli auguri da Fiab alla “draisina”

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Quest’anno, 2017, ricorre il centenario della nascita del Giro d’Italia, competizione sportiva in bicicletta che ha caratterizzato tutto il secolo scorso ed è ancora capace di muovere folle di tifosi e appassionati. Ma ai più sarà sfuggito che quest’anno è anche il bicentenario della nascita della bicicletta.

Nel 1817, infatti, il tedesco Karl Friedrich Christian Ludwig, Barone Drais di Sauerbronn, meglio conosciuto in seguito come Karl Drais, ufficiale del Corpo Forestale, inventa la “Laufmaschine” (macchina da corsa), che in Germania fu chiamata “Draisineù” (dal nome dell’inventore), in Francia “Draisienne” o “Vèlocipède” e in Italia divenne nota prima come “Draisina” e successivamente con il nome di “Velocipede” (nome con il quale la bicicletta viena ancora indicata nel nostro Codice della Strada…).

Sembra che l’interesse di Drais nel trovare un’alternativa all’uso del cavallo fosse dovuto all’inedia e alle frequenti morti dei cavalli causate dall’insufficienza dei raccolti del 1816, il cosiddetto “anno senza estate”, causata da eruzioni vulcaniche che sconvolsero il normale ritmo delle stagioni.

La macchina, in legno, fu provata ufficialmente su strada il 12 giugno 1817, su un tragitto di 28 km, da Mannheim a Schwetzingen e ritorno; venne brevettata nel 1818 a Baden, e nel febbraio dello stesso anno in Francia, poi in Prussia, Baviera, Belgio e Stati Uniti. La presentazione ufficiale avvenne a Parigi, il 5 aprile 1818 nei Jardins du Luxembourg e, successivamente, a Milano.

Da quel momento nasce la storia di uno degli oggetti più affascinanti dell’era moderna, sul quale decine di inventori si cimentarono per migliorare la conducibilità del mezzo, la sua comodità e il suo utilizzo per le più svariate esigenze, da quelle lavorative a quelle belliche, fino all’uso sportivo e turistico.

Dall’evoluzione della bicicletta nasce la tecnologia dello pneumatico (dapprima con Dunlpo, seguito poi da Michelin e dall’italiano Pirelli) e si sviluppa il primo modello di turismo di massa, con la nascita dei Touring Club (tra i quali il Touring Club Ciclistico Italiano, poi diventato Touring Club Italiano), che promuovevano il turismo in bicicletta con l’edizione di guide, l’apposizione di apposita segnaletica, la dotazione di cassette di riparazione e pronto soccorso nelle locande e negli alberghi lungo i percorsi.

L’automobile, già dopo qualche anno dalla nascita della biciclette, iniziò prendere il sopravvento ma, dopo due secoli, la vecchia signora su due ruote si prende la rivincita riguadagnano il posto d’onore nel cuore degli italiani, e non solo.

Quindi brindiamo alla nostra “vecchia” bicicletta, tirandola fuori dal garage e usandola ogni giorno e, magari, nei prossimi giorni andiamo in giro con un paio di palloncini appesi, oltre al nastro bianco per sensibilizzare le istituzioni sulla sicurezza stradale. A chi ci chiederà: cosa si festeggia? potremo rispondere: due secoli di felicità!

Auguri!!!