Ho letto qualche articolo sulle auto che si guidano da sole. E qualcosa non mi convince. Ne è venuto fuori questo racconto di ciclo-fantascienza. Qualcosa da leggere sotto l’ombrellone, se vi piace il genere.
E spero vi piaccia.
Stefano Gerosa (webmaster sito FIAB)
Dal Dizionario Zanichelli, edizione 2045. Segar. Auto a guida automatica. Negli anni ’20 denominata “Self Go Car” , termine poi contratto nel linguaggio comune in “Segar”.
“Ufficio!”.
“Tempo medio stimato 15 minuti. Partenza: 8:25. Arrivo stimato 8:40” rispose con voce sensuale la sua segar, un modello FCA Lux-3000 del 2042 (una segar elettrica, ovviamente).
Giulio Presti, sprofondando nella comoda poltrona dell’auto, chiuse gli occhi per concedersi ancora un po’ di riposo. La sera prima aveva fatto tardi. Un po’ di birra e chiacchere con gli amici dopo la finale al cardiopalma dei Mondiali di Nuova Zelanda. A Welligton, Italia – Catalogna uno a zero. Vittoria per gli azzurri all’85° con marcatura del trevigiano Bashir Yusuf.
Mentre sognava il magico goal, Giulio fu improvvisamente risvegliato da un forte rumore e dalla sensazione di un violento impatto. Aperti gli occhi però si rese conto che il veicolo continuava tranquillamente nella sua corsa.
Non riuscendo a capire l’accaduto utilizzò lo strumento vocale previsto “Rapporto anomalie”.
“Nessuna anomalia registrata”, rispose il veicolo, “Arrivo previsto tra 5 minuti”.
Cos’era successo? Forse un sogno? Eppure gli era sembrato reale.
Arrivato al Palazzo di Giustizia il veicolo si parcheggiò in uno degli stalli riservati ai magistrati. Giulio afferrò la valigetta e scese dalla segar, accorgendosi immediatamente dell’ammaccatura sulla carrozzeria. Allora non era stato un sogno! Ma perché l’auto non aveva registrato anomalie?
Non fece in tempo a farsi altre domande “Chiamata dalla Questura. Commissario Mario Perlini”, disse l’intra-auricolare, recente evoluzione bionica dei vecchi cellulari “Va bene. Rispondi”.
“Buon giorno magistrato Presti. Le comunico che alle 8:35 le telecamere di sorveglianza di via Sergio Mattarella hanno registrato un violento impatto tra il suo veicolo ed un ciclista. Un ragazzo di 22 anni, purtroppo deceduto a seguito dell’incidente”.
“Non è possibile. Sono esterefatto, commissario!”. Con un groppo alla gola. “Non ho visto nulla, stavo dormendo, mi ha svegliato un forte rumore. L’auto però non ha registrato anomalie. Ho potuto constatare solo ora l’ammaccatura sulla carrozzeria. Ma com’è possibile? Le Segar sono programmate per evitare ogni incidente a ciclisti e pedoni!”
“Dottore, sinceramente, non ce lo spieghiamo neppure noi. Eppure, solo qui a Roma, tra ieri ed oggi si sono verificati 12 casi, esattamente 7 pedoni e 4 ciclisti uccisi, più uno gravemente ferito. C’è qualche anomalia che si sta diffondendo e le auto non la registrano. Saremo da lei tra 10 minuti con un carro attrezzi, dobbiamo sequestrare l’auto, capirà, per fare una verifica dell’hardware e del software”.
“Capisco perfettamente. Procedete. Però, se si sono già verificati così tanti casi, si sarà certamente già aperta un’inchiesta. Mi sa dire chi è il mio collega che se ne occupa?”.
“Certo, il magistrato Franco Moroni”.
“Va bene. Mi troverete nel suo Ufficio”.
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“Ciao Franco. Ho dovuto farmi spazio a spintoni. Qui fuori c’è lo sbarramento dei giornalisti. Vogliono sapere cosa cavolo sta succedendo e, a dirti il vero, vorrei capirlo anch’io. Sono sconvolto! Un incubo. Ho appena ammazzato un ragazzo o, meglio, l’ha ucciso la mia segar!”.
“Ciao Giulio” rispose Moroni con il volto cupo ed allargando le braccia in un gesto di rassegnazione “Brancoliamo nel buio. Noi come mezzo pianeta. Non hai sentito i notiziari di questa mattina? E’ una strage, centinaia di migliaia di morti sulle strade di tutto il mondo. Sembra di essere tornati prima del 2020, quando le vecchie auto, ancora guidate dagli umani, mietevano vittime quotidianamente. Tempi bui, medioevo, me lo ricordo bene, anche se ero solo un ragazzino.”
“Ma cosa può essere successo? Forse un virus informatico?”
“Si sta indagando anche in questa direzione ma sembra impossibile. E’ dal 2027 con i super-firewall che di virus informatici non se ne sente più parlare. Come sai, meglio di me, l’anno successivo il Parlamento Europeo emanò il decreto che permise di connettere via internet gli autoveicoli a guida automatica. Stra-sicuro, si disse, e infatti .. almeno fino ad oggi!”.
“Cristo santo! Forse qualcuno è riuscito a trovare il modo di superare il controllo dei firewall?” disse Presti, aggiungendo “Si, potrebbe essere. Ma immagino che un semplice hacker non ne sarebbe capace, se fosse così non potrebbe esserci dietro altro che un’organizzazione più potente.”
Moroni scosse la testa “Presti, mi arrendo, l’esperto in indagini informatiche qui in Procura sei tu! Però non usare termini tecnici con me, cosa diavolo è un hacker?”.
“Un hacker è, o meglio era fino agli anni ’20, un esperto di sistemi informatici in grado di introdursi in reti informatiche protette per manipolare informazioni e programmi. Spesso per scopi illeciti, furti di informazioni, carte di credito. A volte erano solo giovani studenti universitari che agivano per burlarsi di Autorità e Società, talvolta per scopi ideali. Così all’inizio del secolo erano un mito, degli eroi clandestini, perlomeno in alcune frange del mondo informatico giovanile”.
“Interessante. Ma è solo storia antica? Perché ritieni che non possa trattarsi di un hacker?”
“Mmm. Allora, tutto sommato, bastava preparazione ed intelligenza. Oggi invece il sistema è troppo complesso. Non ritengo proprio possibile che un ragazzino possa aver battuto i super-firewall. No, solo un’organizzazione forte potrebbe farlo!”.
“Giulio, tu sicuramente ci capisci qualcosa più di me. Se sei d’accordo, chiamerei il procuratore capo per chiedergli di affidarci congiuntamente le indagini. Cosa dici?”
“D’accordo. Anche se sinceramente non so ancora dove sbattere la testa, dopo quello che è successo voglio provare a dare il mio contributo. Lo devo a quel povero ragazzo!”.
”Allora, affare fatto, sei della squadra!”.
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“Katia” esordì Carlo Merlin “Da domani, per andare al lavoro, salgo in Segar con te. Quando sei arrivata, poi, proseguo io. Ordiniamo alla segar di venirci a prendere quando smontiamo, tanto ci sono due ore di differenza, ce la può fare”.
“Amore, per fortuna che ti sei deciso! Capisco che andare al lavoro in bici ti piace e ti tiene in forma ma è diventato troppo pericoloso, veramente. Anzi, per favore, chiama la macchina anche quando vai fuori a pranzo, è vero che sono solo pochi passi a piedi, ma anche questo ormai è diventato troppo pericoloso!”.
“Hai ragione. Sono troppo sconvolto per la morte del mio collega Giacomo. Anche a lui piaceva un sacco andare al lavoro in bici. Ma ormai non si può più, me ne rendo conto, perlomeno finchè non trovano la causa di questa maledetta anomalia”.
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Nella prestigiosa sala di Palazzo Chigi regnava il silenzio. I dieci convenuti seduti al tavolo aspettavano l’inizio dell’incontro. Alcuni ciondolavano manifestamente nervosi, altri invece si guardavano le mani, bio-illuminate, immersi nella lettura delle ultime notizie (anche certi apparecchi extra-corporei risalenti ad inizio secolo erano stati denominati “palmari”, ma non si trattava ancora della più recente illuminazione bionica dei palmi delle mani).
Alle 10:45, esattamente con 15 minuti di ritardo, entrò nella sala il Ministro degli Interni Mario Baroni, portandosi dietro la sua notevole stazza di 150 chili, ansimante e sudaticcio,
“Signori, buongiorno. Ho convocato questa riunione d’urgenza” esordì il Ministro “a causa della grave situazione che si sta verificando nel Paese, come d’altra parte nel resto del mondo. Spero che gli esperti in informatica, automazione, i rappresentanti della magistratura e delle forze dell’ordine qui presenti possano dare valide indicazioni al Governo su come procedere. La parola, innanzitutto, al magistrato Franco Moroni della Procura della Repubblica, al quale abbiamo affidato l’incarico di coordinare le indagini a livello nazionale”.
Dopo due settimane di indagini Moroni, solitamente persona gioviale ed allegra, appariva decisamente teso e pallido.
“Onorevole Ministro e gentili colleghi. Vorrei innanzitutto illustrarvi la situazione. Certamente siete già informati dai mezzi di comunicazione di tutto quanto sta avvenendo, delle migliaia di vittime che ogni giorno registriamo nel nostro Paese. Tuttavia, in questi ultimi cinque giorni le vittime sono in forte diminuzione, in quanto ormai ben pochi pedoni e ciclisti si arrischiano a metter piede nelle strade.
Di conseguenza, per muoversi all’esterno degli edifici, tutti usano la segar e le famiglie a cui non ne basta una se ne comprano un’altra. C’è stata di conseguenza una brusca impennata negli ordini. L’unica nota positiva sembra essere questa. L’industria automobilistica, che versava in una forte crisi per saturazione del mercato, sta riprendendosi.”
Il Ministro, interrompendo Moroni, un po’ scocciato “Va bene, va bene, però, per favore Moroni, pesiamo le parole. Evitiamo di prestare il fianco a certe ridicole teorie! Come forse avrete appreso, ieri i governi di Canada, Stati Uniti, la Libera Confederazione Centroamericana, l’Unione Nippo-Coreana e infine anche il Principato delle Asturie hanno finalmente decretato il divieto di spostarsi a piedi, in bicicletta o con qualsiasi altro mezzo che non sia una segar. Anche per gli spostamenti di pochi metri. Il Governo Federale dell’Unione Europea vorrebbe prendere un analogo provvedimento. Siamo in ritardo perché, purtroppo, è in atto nel Parlamento Europeo la solita manfrina. Una forte opposizione da parte dei Verdi-Arancio e degli Esa-Stellati che, in base alle loro solite assurde teorie complottiste, denunciano che dietro a tutto questo ci sarebbe l’industria automobilistica. Ridicoli, come sempre. Ma prosegua, Moroni, ci dica delle indagini per favore..”.
Sempre più pallido Moroni continuò “La procura, con l’ausilio di esperti, sta approfondendo le indagini, coordinate dal Dott. Presti, che due giorni fa si è recato, virtualmente ovvio, al meeting mondiale di esperti informatici a Nuova Delhi. Ovunque si è provveduto ad analizzare le segar “assassine” senza riscontrare tracce di manipolazione. Si suppone l’esistenza di un virus in grado di autocancellarsi e di non lasciare tracce. Ovviamente si sta monitorando la rete, i super-firewall, si è provato di tutto ma finora senza nessun riscontro. Gli esperti informatici di tutto il mondo brancolano nel buio”.
“A questo punto, dott. Moroni, penso ci sia poco da aggiungere. Il Governo italiano dovrà fare pressione a livello europeo per l’adozione del divieto di circolazione senz’auto. Non resta altro da fare!”.
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Raggiunto Secondigliano, Presti scese dalla segar, entrando immediatamente nel vecchio edificio, ormai decadente, costruito alla fine del secolo precedente, quando si usava ancora il cemento. Tramite alcune conoscenze era venuto a sapere dell’esistenza all’interno dell’Università di Informatica di Napoli di un gruppetto semi-clandestino, che per gioco giovanile o sfida intellettuale voleva riportare in auge l’“hacking”, proponendosi di scoprire il mitico ed assai improbabile “passaggio a nord-ovest”, cioè la falla per bypassare i super-firewall. Bambinate? Idiozie? Molto probabile. Visto tuttavia il penoso brancolare nel buio del gotha informatico mondiale, valeva la pena seguire questa come qualsiasi altra pur esile traccia.
Giunto a piedi al terzo piano, l’ascensore non funzionava, Presti suonò il campanello dell’appartamento di Giovanni Ruotolo, meglio conosciuto nell’ambiente come “speleo-warm”. Chissà cosa si aspettava Giulio, forse perché reduce dalla visione di troppi vecchi film di inizio secolo, dove gli hacker comparivano sempre come degli originali, malvestiti, spettinati e barbuti. Invece, al di fuori di ogni vecchio cliché, Giovanni si rivelò essere un ragazzo di 25 anni assolutamente normale, addirittura elegante e sorridente.
“Salve, il dott. Presti? Venga, venga. Posso offrirle un caffè? Io lo faccio ancora con la moka, eh? Come mi ha insegnato la nonna!”
“Grazie Giovanni, accetto volentieri, ma spero soprattutto che tu voglia rispondere alle mie domande”
“Dottor Presti, forse non lo sa, ma nel nostro ambiente lei è molto noto. La ammiriamo per la sentenza di due anni fa. Assolutamente storica. Con l’assoluzione della Società ViewNoLimits che aveva progettato gli occhi artificiali per vedere nel buio! Ha statuito, finalmente, la libertà di modifica dei software di controllo bionico. Perché mai le mani, gli occhi e altri organi artificiali dovrebbero avere i stessi limiti di quelli veri? Grande, grande. Lei è un grande! Le dobbiamo molto.”.
“La ringrazio. Ma io non ho fatto altro che applicare il diritto. Sa, noi giudici in realtà non ci inventiamo niente”.
Servendo il caffè Giovanni disse “Non ci credo. Dai! Lei ci ha messo del suo. Ma comunque mi dica, chieda pure. Zucchero?”.
“Giovanni vorrei sapere qualcosa del passaggio a nord ovest”.
“C’eravamo sbagliati, non esiste”.
“Vabbè. Allora siamo al punto di prima, son venuto qui per niente. Beviamoci sto caffè!”.
“Non esiste il passaggio, ma esistono le tecniche Nage Waza”
“Cioè?”
“Judo, dott. Presti. Si tratta di far perdere l’equilibrio all’avversario facendo leva sulla sua stessa forza. In pratica è l’avversario che, attaccandoti, si abbatte da solo”.
“Va bene. Qualcosa del genere l’avevo avevo sentito, ho un cugino cintura nera. Ma ancora non capisco”
“Il super-firewall dottore. Usare la sua forza. Lui si abbatte violentemente contro ogni virus che cerca di entrare, lo distrugge e ne cancella ogni traccia. Serve un algoritmo che usi la forza del firewall per rovesciarlo. Fatto il suo lavoro il firewall procede e lo fa sparire. Nessuna traccia, pulito ed invisibile. Perfetto.”
“E voi ci siete riusciti?”
“Noi? No, teoricamente si, in pratica impossibile. Il sistema di elaborazione dati costerebbe milioni di euro.”
“Ma questo “teoricamente” è noto?”
“Beh, volendo si, noi l’abbiamo descritto precisamente e ne abbiamo discusso nel nostro Forum Napulè- Speleo-Cafè. Un forum “aperto”. Ma non credo l’abbia visto nessuno al di fuori della solita cerchia, cioè io ad un’altra decina di amici sparsi per il pianeta”.
“Una decina e sparsi per il pianeta. Già. Già.”
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Il Commissario Francesca Rimini era nota negli ambienti giudiziari per la sua abilità informatica. Richiesta spesso come consulente aveva contribuito alla risoluzione di molti casi. Il più noto risaliva a 10 anni prima, quando insieme al Pool del magistrato Casalbergo, aveva contribuito a sgominare la famosa banda criminale dei micro-droni, che con insetti-elettronici telecomandati, praticamente invisibili, a scopo di ricatto registrava le conversazioni private di Ministri, si infilava nelle camere da letto dei magnati della finanza, e così via.
Francesca, qualche anno prima, era stata schedata dai servizi segreti come soggetto sospetto, per le sue frequentazioni con i movimenti ciclo-bionici. Aveva partecipato a delle Critical Mass e alle ciber-manifestazioni del movimento per il potenziamento bionico degli arti, inoltre non possedeva una segar e si muoveva prevalentemente in bicicletta. Non l’avevano ancora cacciata dalla polizia, oltre che per la sua grande abilità professionale, per il fondato sospetto che, dopo la famosa inchiesta, si fosse copiata file scottanti riguardanti politici e altri pezzi grossi.
Convocata dal dott. Presti si affrettò a risalire le scale del Palazzo, correndo. Se non poteva più andare in bicicletta o correre per le strade, cercava perlomeno di tenersi in forma evitando gli ascensori.
“Dott. Presti, Buongiorno, come posso esserle utile?”
“Come le ho detto, Francesca, sto seguendo il caso delle segar assassine. Volevo chiederle se è in grado di risalire ai nominativi o perlomeno alle postazioni che hanno avuto accesso ad un determinato forum. Ovviamente mi riferisco a quelli che si sono limitati ad accedervi e leggere. Quelli registrati o che sono intervenuti nel forum già sappiamo bene chi sono. Giovani studenti senza grandi mezzi.”
“Ci posso provare dottò. Posso usare il suo pc?”.
“Proceda, Rimini, come vede sono già nel forum.”
“Benissimo, allora io accedo ad un programma di ricerca che ho installato nel server della Procura. Basta digitare poche righe di comando.” Pochi secondi dopo “Ecco fatto, adesso tra 10 secondi dovremmo vedere la risposta. Speriamo l’elenco non sia troppo lungo”.
Comparve una lista poco più di dieci nomi. “Dottor Presti, come vede qui risultano registrati gli accessi da 12 postazioni. Solo una non è presente nella sua lista. Risultano, circa 2 anni fa, 2 accessi da un account di Singapore, collegato alla Su-Hu-Yung Company.”
“Vedi se trovi informazioni su questa Società” ordinò Presti.
“Va bene. Procedo collegandomi ad un motore di ricerca riservato, con accessi ai database di diverse banche dati e traduzione simultanea”. Apparvero sul video vari riferimenti. “Ho trovato, ecco, un recente rapporto delle autorità di Singapore, relative ad un’indagine fiscale. Vediamo il Dossier. Società quotata in borsa. Software e servizi consulenza informatica per diverse grandi multinazionali. L’anno scorso acquista un’isola dell’Indonesia dove realizza un Centro di Studi e Sviluppo. Per questa operazione viene intrapresa un’operazione di ricapitalizzazione. Gli investori principali risultano la Canadian General Motors, la European Electrict Segar Company ed un’altra decina di industrie automobilistiche o collegate.“
“Rimini, mi raccomando, per carità, nemmeno una parola su quello che abbiamo scoperto. Qui si rischia grosso. Dobbiamo acquisire prove certe.”
“Stia tranquillo dott. Presti”.
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“Ciao, sono Ruotalibera” Francesca si era collegata con un programma di video-chat criptato da lei elaborato “la connessione è più che sicura, possiamo parlare”.
“Qui Critical. Ruota, sei uno sporco sbirro. Però sei uno sbirro buono. So che posso fidarmi di te. Allora me lo confermi? Sembra proprio che le grandi industrie del motore abbiano sfruttato, ai loro fini schifosi, l’idea di un gruppetto di geniali neo-hacker partenopei. Così hanno imposto il loro monopolio definitivo sulle strade. Bastardi!”
Francesca conosceva virtualmente Critical da cinque anni. Il movimento li aveva messi in contatto. Però non l’aveva mai incontrato di persona, anche se lui le aveva confidato di averla vista più volte in qualche manifestazione. Ma non si era mai presentato. Inizialmente Francesca pensava fosse un giovane informatico ma, dalle ultime conversazioni le era venuto il sospetto che fosse molto ma molto più vecchio, forse anche più di suo nonno.
“E’ così, purtroppo, Critical. Noi ciclo-attivisti siamo sconfitti. Le auto hanno conquistato la terra. E l’autorità giudiziaria non riuscirà a inchiodarli. Gente come il dott. Presti verrà fermata, con le buone o con le cattive, lo faranno dimettere, calunniandolo quale fanatico complottista. Sai bene anche tu del nostro governo, soprattutto il ministro Baroni. Cagnolini fedeli della FCA. Presti me l’ha fatto capire che ha paura. Possono anche farlo fuori nel vero senso della parola. Possono, se vogliono, far impazzire la sua auto e farlo schiantare contro un muro.”.
“Possiamo farlo anche noi .. però”
“Cosa intendi dire?”
“Intendo dire che il potente sistema che buca il super-firewall ora esiste, fisicamente in una fottuta isola dell’Indonesia, ma quei figli di buona donna non pensavano li scoprissimo. Così non l’hanno difeso adeguatamente. Imbecilli. Non sanno che c’è gente come me e come te. Ho già fatto un primo tentativo e sono entrato nel sistema.”
“Sant’Icloud martire! Cosa hai fatto?”
“Vedrai”.
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Katia e Carlo, mentre la loro segar procedeva nel tragitto verso il lavoro, discutevano animatamente. La sorella di Katia aveva prenotato il trapianto di due pseudo-braccia bioniche e Carlo non approvava.
“Dai Carlo, non essere così conservatore, Paola con quattro braccia sarà più produttiva. Le piace il suo lavoro e, al giorno d’oggi, due braccia non bastano!”.
“Katia, lo sai come la penso, sarò retrivo, conservatore, reazionario, quel che vuoi, ma la natura ci ha fatti così, santiddio, come siamo!! Una bella donna come tua sorella! Con quattro braccia? Un mostro. E non è solo la questione estetica, è una questione di principio. Questo capitalismo ci spreme … cosa succede?”.
Il veicolo dopo aver rallentato improvvisamente, fece una breve sterzata e andò a schiantarsi contro un muro. La velocità limitata e i sistemi di sicurezza, entrati prontamente in azione, assicurarono alla coppia di uscire frastornati ma indenni dallo scontro. La segar, invece, era irrimediabilmente distrutta.
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Il Ministro degli Interni quasi urlava “Esigo delle spiegazioni, dottor Moroni!”
“Ministro, le indagini svolte dal dott. Presti sembravano confermare proprio la tesi del complotto delle industrie automobilistiche che lei ha bollato come ridicole. Una società informatica di Singapore ha sviluppato un sistema per bypassare il super-firewall. “
“Non dica scemenze, Moroni, lei si sta mettendo nei guai!” sbraitò il ministro Baroni.
“Ministro, non mi minacci!” rispose a viso duro Moroni “Le ricordo che lei non ha nessuna autorità sul sottoscritto. La Magistratura in questo Paese, nonostante i vostri numerosi tentativi, per fortuna è ancora un potere autonomo. E si calmi comunque, perché i fatti, come lei sa bene, non confermano questa interpretazione.”
Baroni fece una smorfia, ma comunque tacque, lasciando continuare il magistrato.
“A dire il vero, non ci è del tutto chiaro il seguito della vicenda. Perchè mai dopo la decisione dei governi di mezzo mondo che hanno imposto a tutti l’uso esclusivo delle segar, raggiunto apparentemente il presunto scopo delle industrie, tutti i veicoli del mondo si sono autodistrutti? Non ha senso! Auto che si sono schiantate contro i muri o, in assenza passeggeri, giù per una rupe o nel mare. Una sorta di suicidio di massa. Solo delle segar comunque, perché salve qualche lieve escoriazione non si registrano vittime umane.
E quelle appena uscite di fabbrica, non appena attivate, si schiantano tra di loro. E’ cessata anche la produzione. E’ incomprensibile. Non resta più nemmeno un veicolo funzionante sulla faccia della terra!”
“E adesso? Che si fa?” proruppe il ministro.
“Veda lei onorevole Baroni. Fossi in lei mi comprerei una bicicletta. E’ tutta salute, sa?!.”.