Soltanto il 7% degli europei, in dieci paesi considerati, si dichiara molto soddisfatto del traffico nelle ore di punta. Perché qualche problema ci dovrà pur essere se i viaggi quotidiani medi (da lunedì a venerdì), a prescindere dal mezzo utilizzato, durano un’ora e 55 minuti. A elaborare i dati su un campione rappresentativo di poco più di 10mila persone fra Germania, Francia, Italia e altri sette paesi dell’Unione, la prima edizione dell’European Mobilities Observatory che ha sondato le aspettative degli europei per quel che riguarda la mobilità.
Pubblicata lo scorso aprile, la ricerca è stata condotta tramite questionari online da Ipsos e dal Boston Consulting Group su dieci dei più popolosi, nonché più importanti paesi europei. Abitudini negli spostamenti, tempi impiegati e punti di vista sulla mobilità del prossimo futuro. Sui cinque giorni lavorativi, in media, l’utilizzo dell’automobile o del motociclo dichiarato dal campione interpellato è di quasi quattro ore. Interessante poi la fetta della mobilità attiva, ovvero piedi e bicicletta: rispettivamente 3 ore e 18 minuti e 39 minuti in media, dal lunedì al venerdì, sempre nei paesi europei considerati dallo studio.
Tra le soluzioni indicate per l’alleggerimento del traffico e una mobilità quotidiana più responsabile, gli investimenti in infrastrutture sono la chiave. A questa condizione, il 66% del campione afferma di esser pronto o abbastanza pronto a cambiare le proprie abitudini negli spostamenti utilizzando di meno l’automobile; allo stesso tempo il 72% dei 10mila intervistati da Ipsos e BCG utilizzerebbe più spesso il trasporto pubblico, se e solo se ci fosse un servizio migliore. Dal sondaggio emerge inoltre un 26% residente in zone giudicate troppo lontane da tutto: scuole, cinema, negozi, etc; quasi la metà (42%) di questi europei sostiene che la politica non stia facendo a sufficienza, preferendo investire in altre zone, dimenticando (o creando?) così le periferie.
E l’Italia? Secondo l’European Mobilities Observatory il nostro paese sarebbe tra i più pronti, sempre nel gruppo preso in esame, a un cambiamento nelle abitudini quotidiane. Il 75% prenderebbe più spesso i mezzi pubblici e il 73% guiderebbe meno di frequente. Cifre importanti, ma, è bene ricordarlo, vincolate agli investimenti e al miglioramento delle infrastrutture che la politica dovrà mettere da conto. Sorprende infine che “la peggiore della classe” sia la Germania, dove solo il 50% sarebbe pronto a usare di meno il mezzo privato.