La vicenda della Castelvetrano – Porto Empedocle
Le ferrovie dismesse rappresentano il futuro della mobilità. Il loro recupero sarà uno degli obiettivi fondamentali dell’azione del Gruppo Ferrovie dello Stato. Sono questi i concetti che emergono dal bellissimo “Atlante delle linee ferroviarie dismesse”. Pubblicato dal Gruppo Ferrovie dello Stato e presentato all’ultima edizione di Ecomondo. Una linea condivisibile e che genera fondate aspettative di sviluppo sostenibile.
Purtroppo, gli antichi detti sono fonte di saggezza. Così, nella vicenda del recupero delle linee ferroviarie dismesse, è giusto affermare che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. E nella vicenda in questione il mare c’entra oltre la metafora, come un limite geografico, perché la ferrovia di cui parliamo corre al confine dell’Europa meridionale, sul mare di Sicilia, lungo la costa che da Agrigento scivola verso Trapani. Luoghi dall’anima meravigliosa, che nelle linee ferroviarie dismesse trovano un’identità precisa.
Un segno così forte che la Regione Siciliana, nell’ormai lontano 2005, aveva deciso di dare alla luce il Piano della Mobilità non Motorizzata, grazie anche al lavoro di Fiab Sicilia. Il piano individua una serie di linee ferroviarie dismesse da convertire in greenways. Ad oggi la vita del Piano è ancora sospesa fra i dipartimenti regionali competenti, ma la volontà di dare un volto nuovo alle linee è decisamente evidente.
In questa realtà arriva, come un fulmine a ciel sereno la scelta del Gruppo Ferrovie dello Stato di smembrare e vendere a privati alcuni tratti appartenenti ad una di queste ex linee ferroviarie dismesse: la Castelvetrano – Porto Empedocle. La linea che porta dalle terre del vino dell’occidente siculo ai luoghi della Vigata di Camilleri.
Ferservizi s.p.a., partecipata del Gruppo FS, ha messo in vendita a privati quattro lotti, in alcuni casi piccolissimi, a ridosso dell’abitato di Sciacca. Una scelta incomprensibile, che appare in contrasto con quanto dichiarato nell’Atlante appena pubblicato. Infatti, proprio la Castelvetrano – Porto Empedocle rientra fra le linee ferroviarie dismesse da convertire in greenway.
Una scelta pericolosa, perché segna una pratica che potrebbe nei fatti rendere assolutamente impossibile la conversione delle linee ferroviarie dismesse italiane. Perché se ogni singolo brandello di terreno, comprensivo di alcuni metri di ferrovia, viene venduto, il rischio è che la successiva conversione debba essere discussa non più con un solo interlocutore, ma con un universo innumerevole di proprietari.
Oltre a quest’ovvia valutazione, appare inoltre discutibile la modalità operativa della vendita. Ferservizi spa vende a privati un bene che in origine venne acquisito dallo stato per pubblica utilità, probabilmente sottraendolo a tale destinazione. Puo farlo? Il campo giuridico lo lasciamo agli esperti. C’è da constatare un comportamento non coerente di Ferrovie dello Stato, che da un lato afferma a gran voce di volere realizzare una rete complessa e strutturata di greenways, recuperando le linee ferroviarie dismesse; dall’altro, alla ricerca di un riscontro economico positivo per il Gruppo, mette in vendita a privati i pezzi della rete, così rendendo più difficile, probabilmente, la creazione di questa importante rete di mobilità.
La città di Sciacca si è mobilitata con una campagna, #Sciaccapedala, promossa da Mario Tulone e Mario di Giovanna, che hanno subito coinvolto Fiab nell’opera di tutela del progetto di riconversione.
Il Coordinamento Fiab Sicilia ha inviato una nota a Ferservizi s.p.a. ed al Gruppo Ferrovie dello Stato, affinchè revochino il bando e manifestino coerenza con il progetto tracciato nell’Atlante delle Linee Ferroviarie Dismesse, chiedendo al contempo un tempestivo incontro per discutere la vicenda.
Quanto sta accadendo in Sicilia con la campagna #Sciaccapedala non è solo un evento locale, ma coinvolge ogni tratta ferroviaria dismessa in Italia, perché questa scelta di smembrare le linee in singoli lotti per poi rivenderli non può diventare una regola generale. L’obiettivo di Fiab, in piena collaborazione con il Gruppo Ferrovie dello Stato, deve essere quello di trasformare questa risorsa italiana in una rete capillare, ponendo in essere tutte le azioni utili per raggiungere questo obiettivo e, va detto, smembrare le tratte ferroviarie dismesse non ci sembra il miglior modo per farlo.