FIAB al sit-in in Piazzale Loreto a Milano. Le soluzioni: città 30 e Safety in Numbers

FIAB al sit-in in Piazzale Loreto a Milano. Le soluzioni: città 30 e Safety in Numbers

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Seduti sull’asfalto, su quella strada che è di tutti, a cominciare da pedoni e ciclisti. Sono più di mille gli attivisti e le attiviste che si sono riuniti venerdì 4 febbraio in Piazzale Loreto a Milano per un sit-in pacifico a pochi giorni dalla morte di Veronica D’Incà, 38enne uccisa dal conducente di un mezzo pesante il primo febbraio. “Basta morti in strada” è la richiesta che si è sollevata per l’ennesima volta attorno a un argomento che, purtroppo, fatica a salire in cima all’agenda politica: la sicurezza stradale.

C’era anche FIAB a Milano con il consigliere nazionale Valerio Montieri per far sentire la voce di chi pedala tutti i giorni e non è più disposto a rinunciare al diritto a muoversi in bicicletta. Tra le soluzioni citiamo misure per favorire le città 30 e la strategia Safety in Numbers (più biciclette ci sono, meglio è per la sicurezza di tutti).

Le immagini di questo articolo sono state scattate dal fotografo Andrea Cherchi, che ringraziamo.

A fine gennaio FIAB è stata tra le realtà che hanno reso possibili le ciclabili umane in mezza Italia. In quel caso il messaggio rivolto alle amministrazioni e alle istituzioni mirava alla realizzazione di infrastrutture bike friendly al servizio del numero crescente di persone che potrebbero e vorrebbero pedalare per andare al lavoro e a scuola. Inoltre si è chiesto il rispetto di quegli spazi che spesso vengono utilizzati da auto e furgoni per il “parcheggio selvaggio”.

Il sit-in a Milano ci ha commosso, così come lo ha fatto la manifestazione organizzata da FIAB a Pavia nei giorni scorsi. Anche in quel caso, tutto è partito dalla morte di Daniele Marchi, il 49enne investito da una persona alla guida di un’automobile. “Basta morti sulle strade” non è uno slogan, ma un impegno che tutta la politica dovrebbe assumersi per il bene di tutti e tutte.

Come FIAB il lavoro di advocacy nelle istituzioni per rispondere all’emergenza cronica della sicurezza stradale continuerà grazie soprattutto al sostegno di soci, socie, attivisti e attiviste che da oltre 30 anni stanno portando avanti quella rivoluzione bici di cui mai come oggi ci sarebbe bisogno.