In occasione della giornata mondiale Alzheimer del 21 settembre, i media hanno dato rilievo al tema della demenza, un problema che nel tempo andrà crescendo in maniera esponenziale, poiché strettamente legato all’allungamento della vita media.
Mentre la ricerca da 30 anni fa i conti con nuove cure con scarso successo, per far fronte a questa emergenza l’Organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce di concentrare gli sforzi sulla prevenzione. Proprio in quest’ottica, la bicicletta può dare una grossa mano come forma di esercizio fisico quotidiano, accessibile a molti e a basso costo.
In questo articolo a cura del Centro Studi FIAB, riprendiamo lo studio diffuso ad agosto da The Lancet, la più autorevole rivista medica inglese mondiale, da cui emergono chiaramente i benefici della mobilità attiva sulla prevenzione della demenza.
La demenza, cos’è e come affrontarla
Secondo uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 2023, più di 55 milioni di persone soffrono di demenza nel mondo, di cui 2 milioni in Italia.
La demenza deriva da una varietà di malattie e lesioni che colpiscono il cervello. L’Alzheimer è la forma più comune di demenza, con il 60-70% dei casi. Si tratta attualmente della settima causa di morte e di una delle principali cause di disabilità e dipendenza da cure e accudimento tra gli anziani a livello globale.
Nel 2019, la demenza è costata a livello globale 1,17 miliardi di miliardi di euro. Circa il 50% di questi costi sono attribuibili all’assistenza fornita da operatori informali (ad esempio familiari e amici intimi), che forniscono in media 5 ore di assistenza e supervisione al giorno.
Le donne sono toccate di più dalla demenza, sia direttamente che indirettamente. Infatti, soffrono in misura maggiore e più a lungo di demenza, ma forniscono anche il 70% delle ore di assistenza alle persone che vivono con demenza.
In bici contro la demenza: lo studio di The Lancet
Lo scorso agosto, la commissione permanente sull’Alzheimer di The Lancet ha pubblicato un nuovo rapporto sulla malattia, in cui si dice che intervenire sui 14 principali fattori di rischio potrebbe prevenire o ritardare quasi la metà dei casi di demenza.
Secondo The Lancet, la prevenzione comporta azioni sia a livello dei governi, sia dei singoli. Le azioni per ridurre il rischio di demenza dovrebbero iniziare presto e continuare per tutta la vita. The Lancet raccomanda una serie di azioni specifiche che riportiamo nella tabella seguente.
Per almeno sei di queste azioni preventive, la bicicletta può dare un contributo importante, ci permette di fare esercizio fisico nella vita quotidiana, aiuta a mantenere l’attenzione e l’equilibrio, combatte la depressione, favorisce la vita sociale. Infine aiuta a mantenere un peso corretto, a combattere l’ipertensione e il colesterolo “cattivo”.
FIAB ribadisce il valore sanitario e sociale della bici agli occhi del Governo
FIAB richiama quindi l’attenzione di Governo e Parlamento sul valore anche sanitario e sociale della bicicletta. È di vitale importanza considerare questi fattori quando ci si appresta a introdurre norme – come le modifiche al Codice della Strada oggi in discussione al Senato – che vanno nel senso contrario, ovvero che disincentivano l’uso della bicicletta nella vita di tutti i giorni.
*foto di copertina di Centre for ageing better/unsplash