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Perché in bicicletta

Quali sono le motivazioni del ciclista urbano?
Sicuramente dove la bici è più diffusa la motivazione è molto semplice e pragmatica, di ordine pratico: si arriva prima, si parcheggia prima, si risparmia, ecc.
E’ alla portata di tutti. Bambini, ragazzi, e più in generale chi non ha la patente (o non può permettersi di “mantenere” un’auto) può muoversi in autonomia.
Altre motivazioni possono interessare persone con particolari idee e sensibilità: ambientalisti (non si inquina e non si sprecano risorse energetiche), salutisti (si fa del sano movimento), new-Global (non si finanziano le multinazionali del petrolio), chi cerca uno stile di vita più sobrio, ecc.

Usare la bici in città

Come andare in bicicletta tutti i giorni?
I problemi dei ciclisti urbani in Italia sono gli stessi: il pericolo costituito dagli autoveicoli e dalla loro velocità incontrollata e dal loro totale predominio sulle strade, le piste ciclabili che non esistono o che, se esistono, sono mal costruite o non rispettate (auto parcheggiate, pedoni, ecc.), non esistono ciclo-parcheggi sicuri, non si trovano meccanici, ecc. Come muoversi in mezzo al traffico?
Ma ci sono anche mille altri piccoli problemi, di ordine pratico (magari banali dove c’è già una diffusa “cultura della bicicletta” e tanti negozi con i giusti accessori). Molti neo-ciclisti urbani magari non sanno come affrontarli: quale equipaggiamento per la pioggia, come trasportare le cose, ecc.

Cicloattivismo

Chi difende i ciclisti urbani?
All’inizio degli anni ’80, quando le prime associazioni cicloecologiste vedevano la luce, in Italia il ciclista urbano era una razza in via di estinzione.
La promozione della bicicletta, la realizzazione di piste ciclabili e i provvedimenti di moderazione del traffico erano già da tempo nell’agenda di molti Paesi Nord Europei, ma in Italia nemmeno se ne parlava.
Grazie all’azione svolta localmente dalle associazioni aderenti e poi, a livello nazionale, dalla FIAB stessa, il problema è emerso (in alcune città da anni, in altre più recentemente).
Non siamo quindi all’anno zero, nel senso che di ciclabilità in Italia finalmente almeno “se ne parla”, i ciclisti urbani stanno aumentano ed hanno sempre maggior consapevolezza del proprio ruolo. Purtroppo, nonostante le molte proposte, solo in poche città si vede qualcosa di concreto. E ai ciclisti urbani le chiacchiere di certi assessori non servono a un bel niente. Pedalano in città e giudicano da quel che vedono.

Chi e come difende i diritti dei ciclisti urbani? Con quali battaglie e con quale filosofia?

FIAB Nazionale

Le numerose iniziative di FIAB nazionale le trovate in tutto il sito, ricordiamo quelle più significative, come le varie richieste di modifica legislativa e del codice della strada, la campagna per l’infortunio in itinere dei ciclisti e molte altre. Sul piano tecnico FIAB sviluppa ed approfondisce tutta una serie di proposte per incentivare e tutelare la mobilità ciclistica: piste ciclabili, moderazione del traffico, cicloparcheggi, istituzione di uffici biciclette.

Associazioni locali aderenti a FIAB

A livello locale le associazioni aderenti alla Fiab si danno da fare con petizioni, proposte di ciclopiste e cicloparcheggi, campagne pro bicicletta, difesa legale, contro il furto, bicifestazioni, ecc. Le iniziative sono molte e le più disparate, quindi non ci resta che invitarvi a conoscerle navigando nei siti delle nostre associazioni aderenti oppure nelle news locali da loro curate in questo sito.