La bicicletta è una delle soluzioni principali per realizzare la transizione verso una mobilità più sicura, condivisa e sostenibile. Un cambiamento infrastrutturale e culturale che necessita finanziamenti adeguati. La realizzazione di piste ciclabili, gli interventi di urbanistica legati alla città 30, le campagne comunicative e l’educazione stradale richiedono risorse ma rappresentano anche un notevole investimento per il futuro riducendo gli impatti negativi, anche di natura economica, legati ad inquinamento, sedentarietà, collisioni stradali e manutenzione.
Le considerazioni economiche si estendono anche al settore del turismo: l’Italia è infatti al primo posto tra le destinazioni preferite dei cicloturisti europei. Un primato che però, a fronte anche della scarsa sicurezza sulle nostre strade, ci potrebbe facilmente essere tolto da altri paesi, come la Spagna e la Francia, maggiormente attenti alle esigenze dei cicloturisti e alla sicurezza stradale. A fronte di 1086 progetti ritenuti idonei dal recente bando “Bici in Comune” del Ministero dello Sport, rivolto a “Tutti i Comuni italiani con l’obiettivo di finanziare progetti che promuovano la mobilità ciclistica come strumento per uno stile di vita sano e attivo, oltre a favorire lo sviluppo del cicloturismo” ne sono stati finanziati soltanto 201.
E questo a causa delle scarse risorse stanziate. 12,6 milioni di euro (pari a 21 centesimi per abitante) contro i circa 60 milioni che sarebbero stati necessari. A farne le spese, per mancanza di finanziamento, sono misure ritenute prioritarie anche a livello ministeriale e la buona volontà di tante amministrazioni locali.
La situazione non migliora se andiamo a guardare il Fondo per lo sviluppo di ciclovie urbane intermodali istituito dall’art. 1, comma 479, della Legge 29 dicembre 2022: soltanto 8 milioni di euro per tutto il territorio nazionale, una cifra che risulta ampiamente insufficiente.
Eppure il rapporto ACI-ISTAT sull’incidentalità stradale 2024 evidenzia ancora una volta come le azioni per modificare il paradigma della mobilità italiana siano urgenti e necessarie: la riduzione delle vittime auspicata nell’ottica Vision Zero procede troppo a rilento, con il numero delle vittime pressoché stabile rispetto al 2023, mentre aumenta del 4% il numero delle collisioni con feriti. La conseguenza è ancora una volta un costo sociale ed umano devastante per il nostro paese, come evidenziato tragicamente dagli ultimi fatti.
È inaccettabile che a fronte di un’emergenza stradale e climatica quotidiana che interessa tutte le cittadine e tutti i cittadini la voce di spesa correlata all’interno della legge di bilancio non rappresenti una priorità per l’Italia. Una visione miope che getta le radici nel passato ma che è destinata a veder crescere ulteriormente il divario nei prossimi anni. Prendiamo ad esempio la previsione di spesa per la difesa al 5% del PIL nel 2035: un incremento pro capite di circa 650 euro a fronte dei pochi euro stanziati per la mobilità ciclistica e la sicurezza stradale (oltre 3000 morti e centinaia di migliaia di feriti sulle nostre strade ogni anno rappresentano una vera e propria guerra a bassa intensità).
FIAB, in linea con il codice del terzo settore, si fonda su principi di solidarietà, ecologia e non violenza e condivide tra le attività di interesse generale la promozione della cultura della legalità, della pace tra i popoli, della non violenza e della difesa non armata. In ragione di ciò, per perseguire gli obiettivi statutari di valorizzazione e tutela dell’ambiente e della salute e sicurezza delle persone, oltre ad un costante lavoro di advocacy con amministrazioni locali e governo nazionale, FIAB collabora con numerose organizzazioni che come noi vedono nella bicicletta una soluzione efficace alla crisi climatica e all’emergenza stradale, ma anche uno strumento di libertà, pace, rispetto ed inclusività. Ne sono esempi concreti la decennale partecipazione al tavolo per la pace che organizza la marcia Perugia Assisi con Paciclica o le recenti iniziative che si sono svolte in tutta Italia nel mese di luglio in collaborazione con Emergency dal titolo “Pedaliamo per la pace”.
Senza contare le numerose iniziative a carattere locale portate avanti dalle singole associazioni, che malgrado il contesto sfavorevole continuano ad adoperarsi per diffondere la cultura del rispetto e della sicurezza.