Le città bike friendly mica le fanno soltanto i cittadini e le cittadine che pedalano. Per cambiare davvero sono necessarie le visioni politiche e, soprattutto, le competenze per mettere a terra i progetti e tradurli in realtà. Sono davvero tanti i lavori che ruotano attorno alla mobilità ciclistica, dal cicloturismo alla pianificazione urbana e che la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta indica come fondamentali per aziende e PA.
Prendiamo spunto da un recente contest tenutosi al CNEL dal titolo “Diventa mobility manager per un giorno”, nel quale studenti e studentesse delle scuole superiori hanno presentato spunti e idee per favorire la transizione ecologica nel campo dei trasporti. Nel corso di questa iniziativa i partecipanti hanno avuto modo di scoprire quali sono i lavori, molti dei quali innovativi, che un domani potrebbero svolgere.
Uno dei mestieri più importanti in questo senso è il mobility manager, figura professionale sulla quale FIAB si è spesa molto sia all’interno delle pubbliche amministrazioni sia nelle aziende private. Si tratta di un ruolo il cui compito è occuparsi di tutto quello che ha a che fare con la mobilità in un ambiente di lavoro, cercando anzitutto di capire come le persone raggiungono l’ufficio, se le strutture sono adatte o meno al bike to work, e così via.
Un altro lavoro legato alla mobilità ciclistica è il pianificatore di servizi urbanistici per la mobilità sostenibile, così come lo smart city planner, che dovrà occuparsi di affiancare amministratori e amministratrici pubblici nel realizzare città intelligenti e su misura soprattutto degli utenti attivi della strada.
Le competenze spaziano anche nell’ambito tecnico: gli sviluppatori di software di gestione e organizzazione e gli esperti di Big Data diventano sempre più importanti per prendere decisioni sulla base di informazioni oggettive, consentendo così ai politici di intervenire là dove c’è reale necessità.