Industria e associazionismo: insieme più forti

Industria e associazionismo: insieme più forti

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« Se non ci uniamo, l’industria globale dell’auto continuerà a dominare l’attenzione dei politici » dichiara Kevin Mayne, Direttore dello Sviluppo di ECF

Il 2012 ha visto l’industria e le associazioni della bici lavorare insieme come mai prima d’ora per convincere le persone ad andare in bicicletta e a comperare una bici. Perchè? La risposta sta tanto nell’urbanistica delle nostre città come nel marketing del prodotto. Più le città sono amiche della bici, più la gente si recherà nei negozi che vendono bici. Ma rendere le città più amiche della bici in tutto il mondo richiede uno sforzo di advocacy da parte sia dell’industria che delle associazioni che promuovono l’uso della bici.

Durante la fiera Eurobike lo scorso anno i maggiori produttori di bici nel mondo si sono riuniti nell’Advocacy Summit. Il messagio che ne è uscito è che una advocacy più incisiva è il motore delle vendite. Al Summit Tony Leo, CEO di Giant Bicycle ha annunciato che la sua azienda si unisce agli altri industriali che supportano il Cycling Industry Club, un movimento di sostegno alla bici  in Europa lanciato tra gli altri da Accell, SRAM, Trek e Schwalbe l’anno prima. Questo fondo europeo permette a ECF di rafforzare la lobby della società civile per la bici presso l’Unione Europea insieme ai suoi associati nella diverse nazioni europee. Mr. Lo ha detto agli altri membri del panel : « E’ nostro obbligo unire le forze per vedere come riusciamo a rendere più popolare l’uso della bicicletta in Europa. Vogliamo più gente sulle due ruote ». Giant ha già finanziato Bikes Belong in America e le associazioni locali pro-bici a Taiwan, per cui intervenire in Europa è stato il naturale proseguimento della loro politica.

Il mese successivo al Summit un messaggio simile è stato inviato da John Burke, CEO di Trek Bicycles durante una colazione di lavoro alla Fiera Interbike, tenutasi a Las Vegas, cui hanno partecipato 500 delegati.

Perchè allora l’industria si sta avvicinando all’associazionismo ?  La risposta è sia tattica che strategica.

Da un punto di vista tattico si può dire che l’advocacy della società civile apre nuovi canali di influenza e di investimento che sono difficili da raggiungere da parte dell’industria. La legge del mercato spinge le industrie a concentrarsi sui problemi di mercato, la tassazione, la concorrenza e il branding, che non sempre le portano a entrare in contatto con i responsabili politici dei transporti, della salute e dell’ambiente. Al contrario, le associazioni della bici si rivolgono ai politici e hanno rapporti con le città, i governi e l’Unione Europea.
I governi e le aziende sono interessati a promuovore l’uso della bici. In tempi di crisi è un’opportunità unica, poichè gli investimenti in questo campo possono produrre risultati per la salute, i trasporti e la riduzione di CO2, che hanno ricadute positive sia sulle politiche pubbliche che sulla responsabilità sociale delle aziende. ECF crede che è possibile convincere l’Unione Europea a investire 6 miliardi di Euro nel periodo 2014-2020, se spinta dai comuni interessi di movimenti con un chiaro piano economico. Quando tali fondi vengono distribuiti sono spesso distribuiti esclusivamente al pubblico e non a organismi senza scopo di lucro, per cui il sostenerli ha un senso da un punto di vista tattico per l’industria.

Un esempio simile si può trovare negli USA con gli investimenti federali per la bici e gli spostamenti a piedi  di 1.4 miliardi di dollari l’anno, grazie alla forte advocacy delle industrie e delle associazioni della società civile. Questa cifra è superiore a qualsiasi investimento nell’attività fisica, eccezione fatta per le Olimpiadi, e comunque essa ha un impatto maggiore sulla società.

L’imperativo strategico sono delle alleanze strategiche a lungo termine per la crescita.

Storicamente il movimento pro-bici della società civile ha combattuto per estendere i successi locali, come quelli di Danimarca e Olanda, a tutto il mondo.

Ma l’unione delle forze dell’industria, delle associazioni e dei governi a sostegno dell’uso della bici può essere determinante. I militanti portano passione, credibiità e contatti. L’industria porta un supporto finanziario, abilità professionali e innovazione. Città come Copenhagen, Portland e Vienna completano la squadra dimostrando come è possibile aver successo. Con ECF in Europa e la nuova strategia di advocacy negli USA con Bikes Belong finanziata dall’industria, il potenziale è immenso.

ECF prima della fiera Eurobike ha pubblicato una nuova analisi che dimostra quanto grande sia questo potenziale. L’uso quotidiano della bici è determinante per la crescita del mercato della bici persino in paesi con una grande tradizione di ciclismo sportivo. I Danesi ad esempio acquistano cinque volte più bici pro capita degli Italiani e spendono quasi tre volte più degli Italiani per l’acquisto, nonostante che l’Italia sia la patria dei marchi più famosi di bici sportive.

Dove sta la differenza ? Più Danesi vanno in bici ogni giorno – di fatto quattro volte di più degli Italiani. Oltre alle bici comprano abbigliamento e accessori necessari per pedalare tutto l’anno anche durante l’inverno scandinavo. Se ciò succedesse in tutti paesi europei si potrebbero vendere 30 milioni di bici in più.

Anche i manager della responsabilità civile delle imprese (RSI) e delle municipalità riconoscono che convincere i loro impiegati ad usare la bici per recarsi al lavoro riduce l’impronta aziendale e aumenta la salute e l’efficienza dei lavoratori. Lavorare con le associazioni locali e i governi migliora le condizioni di ciclabilità sul posto di lavori. Inoltre gli attivisti possono essere impiegati per inspirare e trasmettere le conoscenze sull’uso della bici.

CTC con il suo progetto Cycle to Work Challenges ha lavorato in Inghilterra con più di 100 imprese, mentre la campagna nazionale Bike to Work in Germania collabora in partnership con la federazione tedesca della bici ADFC e un’importante compagnia di assicurazione.

I partecipanti all’Advocacy Summit sono  stati tutti d’accordo nel proclamare che lavorare insieme è l’unico modo per crescere.

Ogni settore può portare competenze e risorse, ma con un tale potenziale di crescita lavorare insieme è essenziale. Se non ci uniamo, movimenti come l’industria globale dell’auto cotinuerranno a dominare l’attenzione dei politici, malgrado l’enorme potenziale di crescita che portiamo nella società.

Nonostante i milioni di investimento di governi e industria solo 11.000 vetture elettriche sono state vendute in Europa Occidentale nel 2011. Lo stesso anno l’industria ciclistica ha venduto 1 milione di biciclette con assistenza elettrica, portando vantaggi per la salute e il traffico grazie a più gente che pedala.

L’Advocacy Summit è stato solo un inizio. Tutte le parti sono ora impegnate a collaborare nei prossimi anni per assicurare che l’uso delle bici possa portare tutti i vantaggi nella società e nel mondo degli affari. Frank Bohle, CEO di Schwalbe, ha così riassunto per noi alla fine del summit : « Questo è importante per tutti noi. L’advocacy è più del marketing o delle sviluppo di prodotto. E’ il modo in cui si lavora insieme per la crescita del mercato ». Schwalbe crede che il nostro sostegno al Cycling Industry Club di ECF e l’Advocacy Summit sono un investimento per il futuro della bici.