Una legge per la tutela delle linee ferroviarie dismesse e la realizzazione di una rete di mobilità dolce

Una legge per la tutela delle linee ferroviarie dismesse e la realizzazione di una rete di mobilità dolce

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Sarà sottoposto alla Camera dei Deputati, da lunedì 26 settembre il testo di legge per la tutela e la valorizzazione delle linee ferroviarie dismesse e la realizzazione di una rete di mobilità dolce. Il testo nasce dall’unificazione di quattro proposte di legge, i nn. 1747, 1640, 599 e 72 (BustoFamigliettiBocci, Realacci)

La notizia, riportata dal sito www.edilportale.com, arriva direttamente dall’onorevole Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente e Territorio della Camera e primo firmatario di una delle proposte di legge.

“Si vuole dare impulso a un sistema di percorsi intermodali e sostenibili – ha dichiarato l’onorevole Realacci – sui quali pedalare e passeggiare, recuperando a tal fine il patrimonio dei nostri binari ‘dimenticati’, in sintonia con quanto proposto anche dalle associazioni riunite nella Confederazione Mobilità Dolce (Co.Mo.Do.). Per l’attuazione del provvedimento – continua Realacci – che istituisce la cosiddetta Rete nazionale della Mobilità dolce, è previsto uno stanziamento di 20 milioni all’anno per il triennio 2016-2018.

L’approvazione del provvedimento aggiungerebbe un ulteriore tassello per la realizzazione di una vera e propria rete nazionale per la mobilità ciclistica, al pari di altre realtà europee, che favorirebbe gli spostamenti quotidiani sulle due ruote e il turismo in bicicletta, che in Europa muove qualcosa come 44 miliardi di euro.

“Creare una rete di percorsi ciclo-pedonali e integrarli con un sistema di mobilità dolce fatto di ex ferrovie, ciclovie turistiche nazionali, ‘cammini’ e strade storiche, – ha concluso Realacci – è un’occasione straordinaria per valorizzare la bellezza dei nostri paesaggi e promuovere un nuovo turismo, per scommettere su ciò che rende l’Italia unica nel mondo: cultura, qualità, conoscenza, innovazione, territorio e coesione sociale”.

Non resta che aspettare il parere della Camera nella speranza che, finalmente, un importante strumento legislativo, a lungo atteso, diventi finalmente operativo.