Legge quadro mobilità ciclistica: gli interventi dei deputati prima del sì (unanime)

Legge quadro mobilità ciclistica: gli interventi dei deputati prima del sì (unanime)

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In attesa del passaggio al Senato, diamo un’occhiata alle dichiarazioni di voto dei deputati che pochi giorni fa hanno approvato all’unanimità la legge quadro sulla mobilità ciclistica. Disposizioni su cui da tempo anche Fiab, con la sua azione di lobbying, ha investito con successo. Ve ne avevamo dato un’anticipazione con quanto dichiarato da Paolo Gandolfi, relatore della legge e tra i primi firmatari insieme al presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro.

Con il sì della Camera alla legge quadro sula mobilità ciclistica si è celebrato un «fatto culturale» secondo il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio. «È un grande traguardo – ha subito esultato la presidente Fiab Giulietta Pagliaccio – è un premiare le tante città che stanno faticosamente portando avanti politiche per la mobilità sostenibile».

Durante le dichiarazioni di voto sulla legge quadro ha parlato di «passaggio decisivo nell’organizzazione di tutto il territorio nazionale» il parlamentare Oreste Pastorelli – gruppo Misto – convinto che «quella ciclistica diverrà una componente essenziale di qualsiasi piano di mobilità». Il deputato del Partito Democratico Bruno Bossio, auspicando che il Senato «possa pervenire ad una rapida approvazione» della legge quadro, ha poi citato gli stanziamenti per diverse ciclovie a livello nazionale. «È sotto gli occhi di tutti – ha commentato – la necessità di favorire una maggiore qualità della vita soprattutto nelle aree urbane», dove il traffico automobilistico diventa spesso «insostenibile».

In seguito, altre le dichiarazioni dei deputati che hanno approvato non certo la legge migliore sulla mobilità ciclistica, ma la migliore possibile a pochi mesi dalla scadenza della legislatura. Voto favorevole dunque anche dal gruppo di Forza Italia che con il deputato Pietro Laffranco ha motivato così la scelta. «Perché riteniamo che qualcosa è meglio di nulla». Aggiungendo che il sostegno alla mobilità ciclistica – dal cicloturismo e dai benifici per l’economia fino alla maggiore sicurezza stradale – diventerà «un punto qualificante del nostro programma di governo».

Tra le motivazioni di chi ha appoggiato la legge quadro anche quella del gap con i paesi esteri riguardo alla mobilità ciclistica a cui era necessario far fronte. Secondo Mariano Rabino del gruppo Scelta Civica/ALA, con queste disposizioni si inizia a colmare «una grave lacuna in maniera da ridurre il forte ritardo rispetto agli altri Paesi europei». Critiche sull’assenza della Direzione generale della mobilità ciclistica sono arrivate dal parlamentare Diego De Lorenzis del Movimento 5 Stelle. Una istituto bike friendly su cui anche Fiab aveva puntato, e su cui continuerà a lavorare perché la mobilità ciclistica diventi sempre di più protagonista a livello nazionale.