Manutenzione e riparazione auto: in Italia oltre 30 miliardi di spesa nel 2018

Manutenzione e riparazione auto: in Italia oltre 30 miliardi di spesa nel 2018

Condividi!

Ammonta a 32,1 miliardi la spesa, in Italia, per la manutenzione delle automobili, secondo le stime fatte dall’Osservatorio Autopromotec, che è la diretta emanazione di Autopromotec, la rassegna espositiva internazionale delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico, la cui prossima edizione è in programma dal 22 al 26 maggio presso il quartiere fieristico di Bologna.

È una cifra imponente, più alta del 3,7% rispetto alla spesa dell’anno precedente, che ammontava a 30,9 miliardi di euro. Si tratta di una crescita che è dovuta in particolare a tre fattori. In primis vi è da considerare l’aumento dei prezzi dei servizi di assistenza alle auto che nel 2018, secondo l’Osservatorio Autopromotec, è stato dell’1,2%. Tale aumento è stato calcolato sulla base di una media ponderata degli indici Istat dei prezzi per la manutenzione e la riparazione, per l’acquisto di pezzi di ricambio e accessori, per l’acquisto di pneumatici e per l’acquisto di lubrificanti.

Il secondo fattore che ha spinto verso l’alto la spesa è stato l’aumento del parco circolante di autovetture. Nonostante il nostro Paese abbia già un tasso di motorizzazione molto elevato, il parco circolante è infatti cresciuto anche nel 2018 (+1,3% rispetto al 2017). Il terzo fattore che ha contribuito alla crescita della spesa è l’incremento della quantità di interventi di officina per le operazioni di manutenzione e di riparazione che, in base alle stime dell’Osservatorio Autopromotec, è stato dell’1,2%.

L’effetto congiunto dei fattori di crescita della spesa per la manutenzione e la riparazione di autovetture ha determinato per gli italiani un esborso complessivo che, come si è detto, è stato stimato dall’Osservatorio Autopromotec in 32,1 miliardi. Una cifra importante che, se da un lato testimonia l’importanza del comparto economico costituito dalle oltre 83.000 officine di autoriparazione distribuite sul territorio nazionale, dall’altro fornisce l’esatto impatto sulle tasche delle famiglie italiane.

Se, infatti, oltre ai costi di manutenzione, si aggiungono i costi di acquisto, della benzina, di bollo e assicurazione (senza contare parcheggi ed eventuali multe), gestire un’auto, annualmente, può arrivare a costare anche 4.000 euro e più, con un minimo di oltre 1.500 euro. Praticamente, bene che vada, più di uno stipendio mensile sottratto alla cura di un mezzo che, spesso e volentieri, trascorre la maggior parte della sua vita utile parcheggiato in garage o in mezzo alla strada.

Ma, purtroppo, l’auto sembra essere un elemento indispensabile nella vita degli italiani, anche a causa della mancanza di serie politiche di car sharing, di inefficienze nel trasporto pubblico, nell’assenza di infrastrutture e azioni per la mobilità ciclistica e in politiche urbanistiche e di pianficazione territoriale che favoriscono l’espandersi delle città senza pensare ad una mobilità alternativa a quella automobilistica.

Eppure, secondo il 15° Rapporto sulla mobilità degli italiani dell’ISFORT (dati 2017), il 34,7% degli spostamenti avviene in un raggio di 2 km, e il 41,8% in un raggio da 2 a 10 km, ma l’auto è ancora utilizzata dal 58,6% degli utenti (di cui, come passeggero, solo il 12,3%), mentre mezzo pubblico (7%), bicicletta (5,2%) e pedonalità (22,3%), rimangono a percentuali comunque basse, pur se in lieve aumento rispetto agli anni precedenti.

Se si pensa che, in ogni famiglia, ci sono almeno due auto, e che, con un’accorta pianificazione degli spostamenti e servizi che agevolino la mobilità alternativa a quella motorizzata privata, ci si rende conto di quanto ogni nucleo familiare poterebbe, risparmiare, ogni anno, investendo tali risparmi nell’acquisto di servizi utili per la persona e, indirettamente, per l’economia in generale. Cambiare si può? Vista la situazione economica del nostro Paese, cambiare è necessario, sia per i singoli cittadini che per il benessere collettivo.

FIAB, da anni, propone le soluzioni. Oltre che per il rispetto del nostro ambiente, anche per far tornare buona parte di quelle centinaia di euro spese per manutenere un mezzo, spesso poco efficiente rispetto alle esigenze di mobilità, nelle tasche dei cittadini.