Marche: la protesta contro i 10 milioni per due Ciclovie. Fiab: “Così si investe sul futuro”

Marche: la protesta contro i 10 milioni per due Ciclovie. Fiab: “Così si investe sul futuro”

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Nell’estate 2016 fu la stessa Fiab a pedalare nei luoghi del Centro Italia colpiti dal sisma. Incontrando gli amministratori e gli attori del territorio avevamo trovato città che grazie ai benefici economici del cicloturismo avrebbero potuto rinascere. Per questo ci hanno sorpreso lo stupore e la protesta contro la Regione Marche che ha scelto di finanziare due ciclovie utilizzando 10 dei 242 milioni contenuti nel Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. L’obiettivo fissato era quello di rendere tutto il territorio a misura di bicicletta, ma come ha dichiarato il Coordinatore dei Comitati dei terremotati, Francesco Pastorella, questa azione «è distorsione dei soldi pubblici».

Attiva in tutta Italia da decenni, la Federazione Italiana Amici della Bicicletta ha risposto nel merito ai dubbi di chi protesta contro i 10 milioni di euro destinati a due Ciclovie, nello specifico quella della Vallata del Tronto e quella nelle Vallate del Chienti e del Potenza. «La Regione Marche – spiega Enrico Tosi, Coordinatore regionale Fiab – vuole cogliere questa opportunità offrendo strutture e servizi di alta qualità in particolare nelle zone poco battute dai normali flussi turistici. Sorprende quindi che a livello regionale si contrasti una scelta politica lungimirante basata anche sulla “bikeconomy”, che ogni anno in Europa muove decine di miliardi di euro e milioni di cicloturisti».

Nella quarta tappa della Bicistaffetta 2016, proprio nel tratto marchigiano, Fiab aveva accolto l’invito degli albergatori a puntare sul cicloturismo, un settore che permetterebbe di destagionalizzare e di allungare così i periodi lavorativi per le strutture: solo così l’Italia fuori rotta verrebbe  popolata dai ciclisti, clienti che in media spendono il 40% in più rispetto agli altri turisti. Servono altri numeri? Secondo un studio Ambrosetti, in Europa le vacanze in sella valgono un indotto di 44 miliardi di euro (le crociere 39,4 miliardi) e il mondo bicicletta nel complesso dà lavoro a 650mila persone; in Italia il cicloturismo vale 3,2 miliardi di euro. Per quel che riguarda invece l’indotto generato da un chilometro di ciclabile uno studio Eurovelo ha calcolato un valore medio annuo di 110mila euro.

Tornando alla querelle sui 10 milioni per due Ciclovie, è la stessa Regione Marche a citare la Ciclovia Adriatica disegnata e mappata da Fiab come un’infrastruttura necessaria su cui investire. «Come giunta – ha detto la vicepresidente Anna Casini – pensiamo che sia necessario rendere le Marche una regione sostenibile, attraente per il cosiddetto ‘turismo lento’ e proiettata verso il futuro».

Parla infine il vicepresidente Fiab Italia e della ECF – European Cyclists’ Federation, Alessandro Tursi, residente nel confinante Abruzzo: «in tutto il territorio regionale, e in particolare nelle zone colpite prima dal sisma del 2009 e poi anche da quello del 2016, c’è un appoggio assolutamente bipartisan delle forze politiche e della società civile per gli investimenti nella mobilità ciclistica. Le infrastrutture ciclabili sono ritenute strategiche e indispensabile per colmare la distanza con le aree più avanzate d’Europa, così da rilanciare l’economica attraverso territori più attraenti per residenti e imprese, capaci di intercettare i flussi del mercato cicloturistico. Solo per la ciclovia dell’Aterno, che attraversa il comune dell’Aquila, sono già stati realizzati importanti lavori e ora la Regione Abruzzo vi ha destinato ulteriori 10 milioni, che si sommano alle decine già stanziate in questi anni per le altre ciclovie, a cominciare dal completamento dell’Adriatica».

Tralasciando la polemica sull’utilizzo dei fondi, quello che il vicepresidente Tursi evidenzia è che «fu proprio grazie a Fiab se le Marche sono ora entrate nel Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche, il che porterà presto sui territori ancora altri fondi provenienti dal Ministero delle Infrastrutture per il completamento della Ciclovia Adriatica, che raccorderà sulla costa tutte le ciclovie a pettine su cui lavora la Regione. Il nostro obiettivo è ora portare la Ciclovia Adriatica nella rete europea Eurovelo». Se eccellenze marchigiane come Pesaro, Comune Ciclabile a 5 bike smile, valgono come modello nazionale per la mobilità urbana, non sta in piedi il timore che soldi destinati alle Ciclovie impoveriscano i territori. Anzi.