Mercato ebike in crescita. FIAB: “Transizione ecologica in atto. La politica faccia la sua parte”

Mercato ebike in crescita. FIAB: “Transizione ecologica in atto. La politica faccia la sua parte”

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Il “Report annuale dell’industria e del mercato della bicicletta Europea” di Conebi (Confederazione Europea dell’Industria Bici, E-Bike, Componenti ed Accessori) evidenzia che, nel 2021, la vendita di biciclette a pedalata assistita ha superato nell’Unione Europea le 5 milioni di unità, a fronte di un totale di 22 milione di biciclette di qualsiasi tipologia vendute.


Tra l’altro una ulteriore ricerca, “Ecosistema della Bicicletta” realizzata da Banca Ifis, evidenzia che, con oltre 3,2 milioni di pezzi fabbricati nel 2021, l’Italia si attesta come primo produttore europeo di biciclette (21% del mercato), seguita da Germania e Portogallo, con un saldo export/import di biciclette positivo per 1,3 milioni di pezzi e in crescita del 23% sull’anno precedente. Una crescita trainata proprio dal fenomeno e-Bike e dal reshoring, cioè dal rientro in Italia delle attività produttive. Il fatturato legato alla produzione delle biciclette è in aumento del +7,4% rispetto al 2020, pari a 1,6 miliardi di euro.


Un dato interessante, rafforzato dalla percezione delle numerose biciclette a pedalata assistita che affollano le città e da offerte di rivenditori che propongono, in cambio di rottamazione di moto o motocicli, sconti per l’acquisto di bici elettriche, che stanno diventando una valida alternativa agli scooter.

Il tema sicurezza e i “furbetti della velocità”


Insomma la bicicletta a pedalata assistita piace agli italiani, e sta diventando anche una moda, con numerosi nuovi modelli, alcuni dei quali ammiccano, forse un po’ troppo, allo stile motoristico.
E con l’aumento dei fruitori aumentano anche quelli che, illegalmente, modificano i motori elettrici per superare il limite di leggi di 25 km/h massimi, tant’è che, recentemente, con il Decreto Legge 16 Giugno 2022 n. 68, che ha modificato l’art. 50 del Codice della Strada, si è stabilito che «chiunque fabbrica, produce, pone in commercio o vende velocipedi a pedalata assistita che sviluppino una velocità superiore a quella prevista dal comma 1 è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 1.084 a euro 4.339. Alla sanzione da euro 845 ad euro 3.382 è soggetto chi effettua sui velocipedi a pedalata assistita modifiche idonee ad aumentare la potenza nominale continua massima del motore ausiliario elettrico o la velocità oltre i limiti previsti dal comma 1».


Furbetti della velocità a tutti i costi a parte, però, la diffusione delle e-bike, solitamente di dimensioni e peso maggiori rispetto a una bicicletta a pedalata esclusivamente muscolare, fa nascere l’esigenza di adeguare tutto il sistema legato alla mobilità ciclistica, dalle dimensioni minime delle piste ciclabili, fino alla conformazione dei cicloparcheggi (con la necessità di adeguate rastrelliere idonee ad accogliere bici con ruote e manubri più larghi), passando ai posti bici nei treni, sempre troppo pochi ma quasi mai adeguati a biciclette che pesano oltre i 20 kg e non sono adatte ad essere “appese”, come previsto in alcune carrozze adibite al trasporto dei velocipedi.

Il commento di FIAB


«La bicicletta a pedalata assistita – ha dichiarato il presidente FIAB Alessandro Tursi – è sempre di più un mezzo alternativo all’automobile per gli spostamenti quotidiani. In Italia in particolare l’e-bike è strategica come alternativa all’auto negli spostamenti quotidiani perché, rispetto alla bici muscolare tradizionale, consente a chiunque di affrontare i dislivelli che caratterizzano buona parte dei nostri territori e le distanze tipiche tragitti quotidiani e pendolari periurbani.
E’ tempo che la politica, e le amministrazioni locali, prendano atto che sempre più cittadini si spostano con le due ruote a pedali e che quindi necessitano di infrastrutture e servizi adeguati, finora dedicati solo agli automobilisti. Percorsi ciclabili sicuri, parcheggi per biciclette, possibilità di trasportare sui treni qualsiasi tipologia di bici, serie politiche di mobility management per incentivare l’uso di mezzi non motorizzati. Una vera transizione ecologica è ormai una drammatica urgenza ed è necessario agire subito. Le persone, autonomamente, lo stanno già facendo; i decisori politici facciano la loro parte».