Monopattini elettrici, le regole ci sono. Occorrono educazione, più controlli e nuove politiche di mobilità

Monopattini elettrici, le regole ci sono. Occorrono educazione, più controlli e nuove politiche di mobilità

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Da tempo come associazioni ciclo-ambientaliste denunciamo i problemi del traffico motorizzato nei centri urbani. Inquinamento ambientale ed acustico, sottrazione di spazio pubblico ma soprattutto i pericoli derivanti dalla velocità, dalla distrazione alla guida e più in generale dallo scarso rispetto delle regole di condivisione della strada. Il monopattino elettrico è sicuramente da preferire all’auto in quanto meno impattante sotto tutti i punti di vista, in particolare nell’ottica di rendere le strade un luogo più sicuro per le persone. Di fronte – o meglio, grazie – a un maggiore numero di utenti della strada non motorizzati, l’incidenza di sinistri, feriti e morti cala costantemente nel tempo a conferma del concetto scientificamente acclarato del “Safety in numbers”, secondo il quale, all’aumentare del numero di veicoli come bici, e-bike e monopattini sulle strade, l’incidentalità e quindi la pericolosità delle strade stesse si abbassano notevolmente. 

Con la legge 160/2019 il monopattino elettrico è stato equiparato alle biciclette, ereditando da queste ultime buona parte delle regole e dei diritti all’interno del codice della strada. Successivi interventi legislativi ne hanno fissato la velocità massima a 25 km orari, determinato la potenza erogabile fino ad arrivare al divieto per i minori di 14 anni e all’obbligo di casco per i minori di 18. Un panorama che già ben inquadra il veicolo, ne determina gli obblighi, le limitazioni e prevede le relative sanzioni. 

Lasciano quindi perplessi le dichiarazioni che parlano di “Far West” dei monopattini, sono pericolose le posizioni di diversi deputati, alcune forze politiche, qualche amministratore locale e alcune regioni che invocano o cercano di redigere improbabili normative per uno strumento a loro dire privo di qualsiasi regolamentazione, quando invece come abbiamo visto esistono già regole, diritti e doveri. 

Posizioni spesso associate ad una generica percezione di insicurezza del monopattino elettrico e ad una altrettanto generica pericolosità che non trovano fondamento nella realtà. I dati ISTAT del 2020 relativi ai monopattini elettrici parlano infatti di numeri comunque bassi sia in valore assoluto che in termini di gravità, specie se rapportati ad altre categorie di veicoli. Anche i dati del 2021, privi dell’effetto lockdown mentre la platea degli utenti è significativamente aumentata, vanno nella stessa direzione a conferma anche della già citata regola aurea del “Safety in numbers”.

Le cause degli incidenti sono quasi sempre da ricercare nel mancato rispetto di norme già esistenti e in un ambiente urbano che comunque rimane ostile agli utenti più vulnerabili. Un aspetto quest’ultimo che ricorda l’impellenza di arrivare ad una normativa nazionale sui 30 km orari come limite massimo nei centri urbani per “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili” (Agenda ONU 2030)

Non occorrono dunque nuove regole per i monopattini, né tanto meno restrizioni che di fatto ne annullerebbero la presenza. Sono invece necessarie campagne comunicative ed educative capillari che si rivolgano a tutti gli utenti della strada affinché vengano conosciute e rispettate le normative esistenti – che a quanto pare persino alcuni esponenti politici ignorano parlando di Far West -, sensibilizzando sulla tutela degli utenti vulnerabili della strada e in favore di mezzi trasporto più sostenibili che devono essere incentivati e non limitati nell’uso.  Infine, attraverso un potenziamento dei controlli, può e deve essere applicato il metodo sanzionatorio per chi non avrà recepito i messaggi di comunicazione ed educazione. Sono nocive e prive di fondamento prese di posizione che vadano nella direzione opposta perché non solo negano la realtà ma contribuiscono a rendere più insicura tutta la mobilità sollevando di fatto conducenti, amministratori e addetti al controllo dalle proprie responsabilità.

Chi amministra, ma anche chi fa comunicazione, dovrebbe aver ben chiari questi aspetti e agire di conseguenza. Ci aspettiamo –  e rivolgiamo un appello al Ministro Enrico Giovannini – un’azione coerente sul Codice della Strada, perché non penalizzi in alcun modo la mobilità sostenibile di cui il monopattino è una componente innovativa e recente.

I promotori:

Bike to school

Cittadini per l’Aria

Consuta cittadina sicurezza stradale, mobilità dolce, sostenibilità di Roma Capitale

Consulta Mobilità Ciclistica e Moderazione del Traffico Torino

Famiglie Senz’auto

FIAB Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta

Genitori Antismog APS

hub.MAT APS

Kyoto Club

Legambici APS Milano

Legambiente

Rete Vivinstrada

Salvaiciclisti Bologna