160 milioni in due anni per mutui agevolati sull’impiantistica di base, compreso piste ciclabili

160 milioni in due anni per mutui agevolati sull’impiantistica di base, compreso piste ciclabili

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L’Anci – Associazione Nazionale Comuni Italiani – e l’Istituto per il Credito Sportivo, hanno firmato, il 14 luglio scorso, un protocollo di intesa (vedi foto qui). L’Istituto, nel limite della somma complessiva di € 160.000.000,00 (centosessantamilioni/00), si impegna a concedere ai Comuni e alle Unioni dei Comuni che ne facciano richiesta nelle forme previste dalla normativa vigente in materia, mutui finalizzati alla costruzione, ampliamento, attrezzatura, miglioramento, ristrutturazione, efficientamento energetico, completamento e messa a norma di impianti sportivi e/o strumentali all’attività sportiva, incluse le piste ciclabili, e di luoghi ed immobili destinati ad attività culturali o strumentali ad essa, ivi compresa l’acquisizione delle aree e degli immobili relativi a dette attività. I mutui, sempre per le finalità indicate, potranno essere concessi anche a soggetti pubblici o privati, diversi dagli Enti Locali, aventi i requisiti per l’accesso ai finanziamenti dell’Istituto secondo la vigente normativa, nell’ambito di operazioni di partenariato pubblico privato sia di tipo istituzionale sia di tipo contrattuale.

Il comunicato stampa integrale può essere letto qui.

Si tratta di una ulteriore opportunità, per Comuni e Unioni di Comuni, per realizzare, o completare, percorsi ciclabili attrezzati, anche se l’iniziativa, in mancanza di una pianificazione di livello nazionale, regionale e locale, della mobilità ciclistica e delle relative infrastrutture, rischia di rimanere la classica goccia in un mare di iniziative che, insieme, non riescono a colmare l’enorme divario che il nostro Paese ha con il resto d’Europa in materia di utilizzo della bicicletta per gli spostamenti quotidiani ed il turismo.

Non resta che sollecitare gli Enti interessati a cogliere la possibilità, magari consorziandosi, per realizzare percorsi ciclabili protetti e, magari, approfittarne per pianificare reti ciclabili comunali e intercomunali, da completare, nel tempo, con i vari finanziamenti che, sempre di più, vengono dedicati alle infrastrutture per la ciclabilità.

NDR (Stefano Gerosa)

Chiaro che i fondi per la ciclabilita’ dovrebbero venire innanzitutto dagli stanziamenti per la mobilità (quelle urbane) e anche per il turismo (quelle extraurbane, che tuttavia hanno spesso, per ampi tratti, funzioni di mobilità non turistica).

Vista la scarsità di risorse tuttavia non riterrei utile disdegnare altri contributi, considerato inoltre che promuovere la bicicletta dovrebbe essere una finalità condivisa anche dai dicasteri della Salute e dell’Ambiente.

Anche gli Enti Sportivi in Italia gestiscono un loro budget per gli impianti sportivi. La notizia che anch’essi possano contribuire alla realizzazione di ciclabili è positiva. Magari delle ciclabili extraurbane un po’ sovradimensionate per renderle fruibili anche ai ciclosportivi (e risolvere i problemi illustrati in un recente articolo).

In sintesi, salvo il principio che la mobilità ciclistica deve stare nella pianificazione e finanziamenti di chi si occupa di mobilità e trasporti, tuttavia altri contributi non sono da vedere negativamente, come una sottrazione, piuttosto come un’aggiunta.