Perché fare la tessera FIAB? “L’assicurazione è un valore aggiunto per i soci. Abbiamo bisogno di città con meno auto”

Perché fare la tessera FIAB? “L’assicurazione è un valore aggiunto per i soci. Abbiamo bisogno di città con meno auto”

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Siamo nel pieno della campagna tesseramento 2026 e la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta dà voce a soci e socie per convincere sempre più persone a iscriversi, a partecipare, a unirsi alla nostra comunità di persone in bicicletta. Luana Casonatto, presidente di FIAB Pordenone Aruotalibera, ci ha spiegato perché tutto questo è importante.

Quando hai conosciuto FIAB e quando hai fatto la tessera la prima volta?
Ho conosciuto FIAB nel 2001 parlando con una amica in palestra, facevo spinning e avevo appena venduto la bici da corsa, mi raccontò che a Pordenone c’era un gruppetto di persone che si muoveva solo in bicicletta e la domenica organizzavano delle escursioni in bicicletta nei dintorni sempre per andare a visitare qualcosa. Purtroppo con l’avvento del nuovo gestionale FIAB si è persa la mia prima iscrizione ma io la ricordo bene.

FIAB ha migliorato le cose nella tua città?
Nella mia città FIAB è presente dal 1996 e infatti quest’anno festeggeremo il trentesimo anniversario dell’associazione che, nata da un gruppo di ciclisti urbani, ha sempre pungolato tutte le amministrazioni che si sono succedute negli ultimi 30 anni, anche a FIAB si deve se oggi Pordenone dal 2018 si mantiene sui 4 bike smile di ComuniCiclabili. FIAB ha sempre lavorato con tutte le amministrazioni e oggi abbiamo un bel percorso ciclopedonale che attraversa i parchi della città anche grazie a FIAB. La domanda vera però sarebbe chissà che cosa sarebbe successo se non ci fosse stata FIAB a Pordenone.

Sei al rosso, su una ciclabile e hai accanto una persona sconosciuta in sella: come la convinci in pochi secondi a fare la tessera?
A un semaforo rosso posso solo chiedere a chi mi affianca in bici se sa che se oggi può pedalare in città è anche merito di FIAB e le do la nostra brochure invitandola a venire a trovarci, la motivazione più convincente è poi sempre l’assicurazione. Al gazebo FIAB che ferma le persone in vari punti della città di solito la motivazione più convincente è che tutti abbiamo bisogno di una città con meno auto e dove ci si possa muovere in sicurezza in bici.

Cos’è per te FIAB?
Per me è diventata un secondo lavoro oramai da 10 anni, un tipo di attivismo che faccio con grande piacere anche se si lavora molto per ottenere risultati striminziti, tenere in piedi oggi una associazione locale con risorse tali da fare la differenza in città è una grande fatica, dopo anni però oggi a Pordenone tutti sanno che cosa è la FIAB, non siamo più il gruppetto di sfigati che si muovono in bicicletta.

Come ti immagini FIAB tra 10 anni?
Tra 10 anni ? Ho visto l’evoluzione degli ultimi 20, siamo sempre cresciuti tanto a livello locale, non siamo cresciuti però nello stesso modo a livello nazionale e c’è troppa differenza tra nord e sud, per i prossimi 10 anni mi auguro che dal punto di vista amministrativo si arrivi ad un tesseramento nazionale che sgravi le associazioni locali da tante attività di segreteria e che la Federazione possa ricoprire il ruolo di interlocutore principale a livello nazionale per quanto riguarda la mobilità e la rigenerazione urbana degli spazi pubblici attingendo le risorse da progetti ambiziosi con grossi partner dato che il mondo associativo sta cambiando e le nuove generazioni a fatica si tesserano nel modo tradizionale.