Ciclabilità anche nel Disegno di Legge per la salvaguardia dei piccoli comuni. Ma la legge nazionale sulla mobilità ciclistica, dov’è?

Ciclabilità anche nel Disegno di Legge per la salvaguardia dei piccoli comuni. Ma la legge nazionale sulla mobilità ciclistica, dov’è?

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Approvato in Senato il Disegno di Legge “Misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni, nonché disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici dei medesimi comuni”.

La norma “favorisce l’adozione di misure in favore dei residenti nei piccoli comuni e delle attività produttive ivi insediate, con particolare riferimento al sistema dei servizi essenziali, al fine di contrastarne lo spopolamento e di incentivare l’afflusso turistico”.

Tra le azioni previste il “finanziamento degli interventi di ristrutturazione dei percorsi viari di particolare valore storico e culturale destinati ad accogliere flussi turistici che utilizzino modalità di trasporto a basso impatto ambientale.”

I piccoli comuni possono, inoltre, acquisire il sedime ferroviario dismesso e non recuperabile all’esercizio ferroviario, da utilizzare principalmente per la destinazione a piste ciclabili, in conformità agli strumenti di programmazione della rete ciclabile eventualmente previsti a livello nazionale e regionale.

Una ulteriore norma che prevede la realizzazione di percorsi ciclabili, questa volta per la valorizzazione di quei territori interni che soffrono la marginalità e l’abbandono, che non può che trovare d’accordo un’associazione come FIAB, che da anni promuove l’uso della bicicletta come mezzo di promozione sociale ed economica. Ma, e questa volta il “ma” è d’obbligo, non si comprende perché il Parlamento, pur inserendo in norme diverse ed eterogenee, articoli e commi che promuovono la ciclabilità, non riesca ad approvare la “legge madre” di tutte le iniziative che potrebbero portare l’Italia al livello delle più avanzate nazioni europee: la legge nazionale sulla mobilità ciclistica!

Aspettiamo, fiduciosi, che ciò avvenga presto, superando ostacoli burocratici e resistenze, e ricordando che in Europa, la mobilità ciclistica e il turismo in bicicletta muovono miliardi di euro, miliardi che, in Italia, potrebbero favorire la rinascita dei piccoli comuni, delle aree interne, delle zone turisticamente marginalizzate, delle aree urbane… insomma, del Paese.