Ciclovia AIDA – Alta Italia da attraversare

Ciclovia AIDA – Alta Italia da attraversare

Aida è una musica, un sogno, un movimento che accompagna per 900 km dal Moncenisio a Trieste; dalla Francia all’Istria. Aida è un progetto FIAB Onlus, inserito nella rete Bicitalia con la dicitura BI20, per collegare le città del nord sfruttando per il 50% itinerari già realizzati o in fase di progettazione: percorsi quali la Francigena Valsusina, i già menzionati Canali Cavour, Villoresi e Martesana, il percorso regionale I1 Veneto e le svariate ciclovie del FVG.

La filosofia è quella di unire i tracciati esistenti piuttosto che creare nuove infrastrutture, soddisfacendo sia la domanda cicloturistica che la domanda di mobilità locale, per ampliare la rete ciclabile nazionale di Bicitalia e collegare i beni UNESCO (ben 9 quelli avvicinati)

Forse vi chiederete: come nasce AIDA? Nasce da una bella chiacchierata a Peschiera del Garda tra due semplici soci FIAB: “Corrado, la prossima volta vengo a trovarti a Verona in bici”. Può capitare che da una battuta si generi un’idea, che diventa un sogno di quelli che non fanno dormire la notte, che fanno intravedere un orizzonte che forse non raggiungerai mai, ma che ispira ogni volta che alzi gli occhi.

E poi dal sogno si è passati al progetto, soprattutto grazie al lavoro di squadra fatto tra i coordinamenti NordOvest, Lombardia, Veneto e FVG, che con le conoscenze del territorio e anche delle opportunità “politiche” hanno saputo indirizzare il processo.

Un progetto fatto di perlustrazioni, in coppia o in gruppo, sotto il sole o la pioggia, fermandosi per una cotoletta alla buona o per un goccio di birra.. poca che poi si riparte!
Fino a che, lentamente, ecco la traccia GPX sedimentarsi e divenire concreta.

Mancava solo un racconto all’altezza del percorso, un Nome in grado di evocare il territorio, il senso dell’operazione e anche qualcosa di ulteriore… è stata una bella battaglia delle idee, ma alla fine la nostra Aida ha visto la luce: Alta Italia, per omaggio alla nostra geografia, d’attraversare, per il ritmo lento della mobilità dolce. Per non parlare di tutte i teatri Verdi che si incrociano lungo la via, in ogni angolo delle campagne che hanno visto le battaglie del Risorgimento.

Italia Unita, che chiama anche l’Europa Unita: siamo felici che questo nome possa vibrare alle orecchie del cicloturista Austriaco o Francese, ospite benedetto del nostro Paese.

Insomma, la strada è ancora lunga, anzi appena iniziata: abbiamo di fronte molte salite fatte di burocrazia, resistenze, criticità di percorso e finanziamenti da trovare.
Ma il sogno continua, e continuerà a lungo se tutta l’associazione avrà il coraggio di sognare.

Dal presidente veterano fino all’ultimo giovane volontario, dal Trentino fino in Sicilia…anzi: servirà particolarmente l’appoggio delle associazioni che potrebbero sentirsi lontane dal progetto. Abbiamo bisogno di tutti, perché siamo sicuri che molte altre Aide si celino tra le nostre splendide città… le dovremo svelare una ad una.

Uniti per un sogno, dunque, perché Aida è la ciclovia che stavamo sognando. Ed è tutto merito FIAB.
Quindi in bocca al lupo a tutti i sognatori, in particolare a chi svolgerà le ciclostaffette Bicitalia nel ponte del 2-3 Giugno dedicate ad AIDA (la Susa-Torino-Novara del coordinamento Nord Ovest e la Milano-Verona a cura dei coordinamenti Lombardia e Veneto)

A presto, e per maggiori aggiornamenti vi rimando su www.aidainbici.it, anche se in questo momento è ahimé ancora in costruzione.

Michele Cremonesi
Vice Presidente FIAB Milano Ciclobby

P.S. mi permetto di esprimere un grande grazie ai magnifici 8 che ci hanno condotto fino a qui: Alessandro Mossini, Federico Zadnich, Giorgio Ceccarelli, Mario Agnese, Nicola Pieri, Piercarlo Bertolotti, Valerio Montieri.
A questi si aggiungono i soci di Brescia, Novara, Pordenone, Susa, Udine, Verona che sono innumerevoli… e perdonate se dimentico qualche città e non vi cito ad uno ad uno… lo meritereste!
Un grazie al comitato Bicitalia, in particolare ad Antonio Dalla Venezia e Giovanni Cardinali, così come alla Presidenza Nazionale.
E grazie a Corrado Marastoni, che come me si è lasciato fulminare sulla via di Peschiera.