#Rispettiamocinstrada. È ora di dichiarare lo stato d’emergenza stradale

#Rispettiamocinstrada. È ora di dichiarare lo stato d’emergenza stradale

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#Rispettiamocinstrada. È questo l’obiettivo della grande manifestazione che si sta organizzando per il 23 febbraio a Roma. Partendo dal Colosseo, la “massa critica” sfilerà, a partire dalle ore 11, per le vie di Roma, iniziando la protesta pacifica rivolta alle massime istituzioni dello Stato, affinché lo stato di“emergenza stradale” venga affrontato con urgenza.

La scelta di Roma è chiara: dopo aver chiesto un’interlocuzione diretta con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al quale gli organizzatori nelle scorse settimane avevano rivolto un appello, ora le richieste dei comitati si spostano verso la Presidenza del Consiglio e il Governo. Una scelta obbligata, com’è stato indicato chiaramente nella risposta all’appello dallo stesso Capo dello Stato, che comunque ha anche assicurato di “seguire attentamente i temi connessi all’attuazione ed al rispetto di norme ispirate a criteri di civiltà, in primis in materia di sicurezza stradale.

Il 23 febbraio non sarà solo la giornata della mobilitazione per chiedere rispetto ma anche l’inizio di un percorso nuovo, fatto di proposte e richieste ben precise. L’obiettivo è quello di continuare a confrontarsi con la politica e con le Istituzioni sempre con un approccio costruttivo e collaborativo. Innanzitutto verrà richiesta la dichiarazione dello stato di Emergenza Stradale, ovvero il riconoscimento di un fenomeno colpevolmente rimosso, nella narrazione e nelle soluzioni, di un dramma collettivo.

Il paradosso è che la strada – che dovrebbe essere di tutti – ogni giorno è il luogo dove si consuma la violenza motoristica e a farne le spese sono maggiormente le utenze più esposte e fragili: i bambini, i disabili, gli anziani, i pedoni, i ciclisti e anche i motociclisti: tutti “Cittadini della strada senza diritto di cittadinanza”, sottolineano i firmatari del documento. Intanto sul fronte organizzativo sono iniziati i preparativi.

FIAB, in prima linea per la difesa dei diritti dei ciclisti, chiede a tutte le associazioni federate uno sforzo organizzativo per coordinare la partecipazione dei propri iscritti, valutando la possibilità di organizzare pullman speciali o spostamenti in treno per Roma nella giornata di domenica 23.

Quel giorno dobbiamo essere in tanti, con le nostre bici (laddove è possibile trasportarle) ma anche solo con i nostri gilet gialli, per rappresentare centinaia di migliaia di ciclisti che ogni giorno attraversano le strade per andare al lavoro o per viaggiare, senza tutele sufficienti a garantirne l’incolumità.

I soggetti che partecipano come co-organizzatori alla manifestazione sono tanti e anche diversi. Rappresentano, come vedete dall’immagine dell’evento, i vari utenti della strada. Questo ha creato qualche difficoltà nell’individuare gli obiettivi principali da perseguire e anche qualche discrepanza sui toni e gli slogan da usare. Come FIAB, e non solo, avremmo preferito parole più forti ed espressioni più focalizzate sull’emergenza e la violenza stradale.

A maggior ragione vi chiediamo un forte impegno nel partecipare e sostenere la manifestazione, divulgando l’evento tra i vostri soci e coordinando, a livello locale, l’iniziativa. Dobbiamo essere noi della FIAB a incalzare sul tema della ciclabilità e dei pericoli della strada, per non essere fagocitati da altri obiettivi e altri soggetti, che manifestano, comprensibilmente, nell’ambito delle loro finalità associative.

L’adesione alla manifestazione di Roma significa anche sostenere un pacchetto di proposte operative: una piattaforma programmatica che rilancia le azioni per la promozione della sicurezza stradale e chiede azioni concrete per fermare la strage stradale. Un’occasione unica per cercare di fermare la violenza stradale e i suoi effetti sulla qualità della vita delle persone.