Per due decenni quella di Albert Einstein, sorridente in bicicletta al California Institute of Technology nel mite inverno del 1931, fu sicuramente lo scatto più curioso che ritraeva il geniale fisico. Fino alla celebre linguaccia del 1951, catturata dal clic di Arthur Sasse nel giorno del compleanno di Einstein. Ma da allora la bicicletta si è legata indissolubilmente all’immagine dello scienziato libero e preoccupato per le sorti del Pianeta.
Da Velo-city 2010, tenutasi a Copenaghen, le traiettorie ciclistiche del premio Nobel per la fisica sono tornate a far riflettere la comunità scientifica e gli appassionati delle due ruote: la ragione è stata il lancio del network internazionale “Scientists for Cycling” (S4C la sigla) che riunisce gli scienziati la cui attività di ricerca riguarda la bicicletta e la mobilità sostenibile in genere, e che ora approda in forze anche in Italia. La rete italiana e le modalità di adesione verranno presentate il 6 maggio in un incontro scientifico a Desenzano sul Garda, all’apertura del popolare Colnago Cycling Festival.
I co-benefici delle due ruote
Scopo primario della rete è di dare sostanza scientifica alle campagne di advocacy dell’uso della bicicletta come mezzo di mobilità pulito e sostenibile: quindi dal tema della sicurezza stradale all’integrazione con il trasporto pubblico; dalla corretta progettazione di una moderna viabilità integrata alle nuove forme di ciclabilità. La bicicletta, d’altra parte è l’esempio più calzante di co-beneficio per la salute e l’ambiente, come spiega l’epidemiologo della School of Public health dell’Imperial College di Londra Paolo Vineis: “I trasporti contribuiscono per la maggiore quota di gas serra nelle aree urbane. Il trasporto attivo (in bicicletta o a piedi) non solo comporta una minore immissione di gas serra, ma, aumentando l’attività fisica, ha benefici sullo stato di salute. Un aumento dell’attività fisica previene il diabete, l’obesità, l’ipertensione e le malattie ad esse associate. E’ stato stimato che la combinazione tra il trasporto attivo e la diffusione di veicoli a basse emissioni porterebbe a una significativa riduzione degli anni di vita perduti per malattie ischemiche del cuore (fino al 10-19% a Londra e 11-25% a Delhi)”.
Il compito di rendere “evidence based” la promozione e le politiche della bicicletta viene svolto dalla rete S4C sia attraverso la gestione di una aggiornata bibliografia scientifica in materia sia con la collaborazione scientifica ai programmi di velo-city, le conferenze annuali sul mondo della bicicletta organizzati dalla European Cyclists’ Federation.
Una rete in crescita
Ad oggi sono una novantina i ricercatori di questa rete scientifica interdisciplinare che è presente in 28 nazioni europee e non, dalla Germania il contributo più numeroso con 11 ricercatori, seguita da Belgio, Olanda e Danimarca, ma estesa anche a Cile, Stati Uniti, Cina, Nuova Zelanda, Tailandia, Taiwan e Sudafrica, tanti cervelli sparsi per il mondo al servizio di una ricerca di base e applicata che favorisca consolidamento e innovazione nell’uso della bicicletta.
Attualmente la presenza italiana nel network S4C pesa solamente un 5%, ma negli ultimi mesi, grazie al gruppo di lavoro che raggruppa varie realtà associative, editoriali e istituzionali, altri prestigiosi scienziati italiani si sono aggiunti alla rete europea, per promuovere anche in Italia l’attività di ricerca sul mondo variegato delle due ruote. Il sito scienzainrete.it, media partner dell’iniziativa, darà voce ai ricercatori italiani interessati a fare rete intorno agli studi di ingegneria, urbanistica, ecologia e salute connessi all’uso, sia turistico sia sportivo, della bicicletta.
La bici-staffetta del CNR
Il lavoro che la Federazione Italiana Amici della Bicicletta sta facendo dal 2015 con la sezione “Organismi internazionali e Università” in collaborazione con gli atenei italiani, la Conferenza Rettori delle Università Italiane e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), nei prossimi mesi porterà all’insediamento di una segreteria permanente di S4C_Italia per conoscere, coordinare e orientare le linee strategiche della ricerca italiana nel settore della bicicletta, e non solo.
Si celebra infatti nel 2016 un importante anniversario per la comunità scientifica internazionale, i 150 anni dalla formulazione del concetto di Ecologia (Ernst Haeckel, 1866) e il CNR con una quindicina di scienziati ha deciso di promuovere una “bicistaffetta scientifica” da Mantova alla laguna di Venezia, al fine di monitorare la qualità ambientale di alcuni ecosistemi della rete nazionale (Long Term Ecological Research), una rete mondiale di aree naturali (25 siti in Italia, 400 in Europa) dove dal 1980 si promuove una preziosa attività di scientifica finalizzata alla definizione dei principali trend e serie storiche di parametri ambientali, per matrici biotiche e abiotiche, una banca dati che ci aiuta a capire il nostro futuro.
E l’intuizione dei ricercatori del CNR è quella di spostarsi appunto in bicicletta di ecosistema in ecosistema per avere il minor impatto ambientale e il massimo della visibilità in questa attività itinerante di divulgazione scientifica lungo i 420 chilometri del percorso. Un percorso dove la FIAB, chilometro dopo chilometro garantirà assistenza logistica e tecnica, coinvolgendo di tappa in tappa le associazioni locali in una capillare attività di divulgazione.
Oltre ai ricercatori del CNR, fra i primi sostenitori italiani alla rete di Scientists4Cycling troviamo Roberto Cingolani, direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, legato al mondo della bici al punto che – in virtù della sua specializzazione sui nanomateriali (è il primo in Italia come numero di citazioni bibliografiche internazionali) – la bicicletta se l’è costruita da sé, in carbonio: “Pesa 5,4 chili” dice orgoglioso. “Potrei arrivare a 4,9 kg., ma sono troppo pesante! E’ una grande notizia pensare che arrivi anche in Italia una rete di scienziati che promuova il miglioramento tecnologico di questo mezzo e la sua diffusione come mezzo di trasporto quotidiano”.
Scienza e bicicletta il 6 maggio a Desenzano
All’apertura della tre giorni del Colnago Cycling Festival 2016, venerdì 6 maggio dalle 17 alle 19.00 a Palazzo Todeschini un incontro internazionale organizzato dal Comune di Desenzano per scoprire i tanti e curiosi legami tra “scienza e bicicletta”: dai nuovi materiali alle città a misura di bicicletta; dai benefici per la salute alle nuove iniziative di monitoraggio ambientale sulle due ruote. Il convegno terrà anche a battesimo la sezione italiana della rete scientists for cycling (scienziati per la bicicletta). Non solo l’Europa dei pedali guarderà a Desenzano del Garda a inizio maggio per la VI edizione del Colnago Cycling Festival (già da 18 nazioni i ciclisti iscritti), ma anche la comunità scientifica che raggrupperà sulle sponde gardesane Università, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Organizzazione Mondiale della Sanità, Consorzi di ricerca ed esperti di divulgazione scientifica, esperti di data management in eventi ciclistici
Per scienziati e non, l’appuntamento è Venerdì 6 maggio dalle ore 16.30 a Palazzo Todeschini (di fronte al porto vecchio di Desenzano) per il convegno “Scienza e bicicletta: le nuove frontiere di una passione”.
Dopo i saluti istituzionali delle autorità desenzanesi con il Sindaco Rosa Leso e l’Assessore Valentino Righetti, la parola alla presidenza dell’European Cyclists’ Federation (ECF) e della Federazione Italiana Amici della Bicicletta (FIAB) che illustreranno il network Scientists for Cycling (S4C), che riunisce gli scienziati la cui attività di ricerca riguarda la bicicletta e la mobilità sostenibile in genere.