La sedentarietà uccide in Italia 88mila persone l’anno. La soluzione sta nella mobilità attiva

La sedentarietà uccide in Italia 88mila persone l’anno. La soluzione sta nella mobilità attiva

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Nel Regno Unito l’inattività fisica è responsabile di un decesso su sei e un adulto su quattro è obeso e il NICE ritiene che i nuovi progetti stradali dovrebbero dare priorità, rispetto alle automobili, ai ciclisti, ai pedoni e al trasporto pubblico,  per incoraggiare una maggiore attività fisica in tutto il Regno Unito. Lo afferma il National Institute for Health and Care Excellence (NICE), l’autorità di controllo sulla salute del Regno Unito.

L’Istituto nazionale per la salute e l’eccellenza (NICE) sollecita i pianificatori e gli sviluppatori a costruire infrastrutture di trasporto “sicura, conveniente, inclusiva”, che aiuterà le persone a spostarsi dalle auto a modi di trasporto più sani.

In una serie di nuove bozze di linee guida rilasciate ad amministratori e pianificatori, il NICE ha affermato che l’obiettivo è “far sì che le persone siano più attive nella loro vita quotidiana incoraggiando spostamenti sicuri, convenienti e attivi, accessibili a tutti, compresi i più anziani e LE persone con mobilità limitata “. Il Dipartimento per i trasporti ha dichiarato di sostenere le raccomandazioni del NICE, e ha affermato che “è chiaro che la progettazione delle strade dovrebbe considerare esplicitamente pedoni e ciclisti”.

Secondo il NICE nel Regno Unito l’inattività fisica è responsabile di un decesso su sei, con un costi stimato per la collettività pari a 7,4 miliardi di sterline l’anno, inclusi 900 milioni di sterline a carico del Servizio Sanitario Nazionale, all’incirca lo stesso impatto del fumo.

In Italia la sedentarietà è un killer e ogni anno causa la morte di ben 88mila persone, pari al 14,5% di tutte le morti nel nostro Paese. Lo svela il Rapporto Istisan Movimento, sport e salute: l’importanza delle politiche di promozione dell’attività fisica e le ricadute sulla collettività creato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), dal Ministero della Salute e dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI).

Il nostro Paese, secondo uno studio dell’OMS, rientra tra i 20 più pigri al mondo, e non ci sono politiche legate alla mobilità urbana che favoriscano il movimento, promuovendo la mobilità ciclistica e pedonale o l’uso del trasporto pubblico, sia a libello di politiche che di infrastrutture. Eppure, e il Regno Unito insegna, l’attività fisica, oltre che nella pratica sportiva, deve essere promossa anche nella quotidianità.

Lo sa bene FIAB che, sul tema, ha organizzato più di un convegno e da anni promuove la ciclabilità come mezzo, economico ed efficace, per promuovere, direttamente ed indirettamente, la salute pubblica. Lo capiranno i nostri amministratori? Le recenti, annunciate, modifiche al codice della strada non sembrano aver colto il problema. Occorrerà lavorarci ancora, molto. E magari copiare da chi, su questi temi, è molto più avanti di noi.