Sicurezza per gli utenti attivi: ECF firma per la revisione della direttiva europea

Sicurezza per gli utenti attivi: ECF firma per la revisione della direttiva europea

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L’European Cyclists’ Federation (ECF) ha firmato una dichiarazione congiunta in merito alla revisione della direttiva 2008/96 che riguarda la gestione della sicurezza stradale. A firmarla insieme alla Federazione europea bike friendly, il cui vicepresidente Alessandro Tursi è anche rappresentante Fiab, compaiono l’European Transport Safety Council (ETSC), l’European Union Road Federation (ERF), l’European Transport Workers Federation (ETF) e TISPOL, l’European traffic police network. Tante sigle che supportano una nuova idea di sicurezza stradale: noi di Fiab, ad esempio, la decliniamo con il diritto allo spazio pubblico. Spazio che va dato agli utenti attivi del traffico più che alle automobili.

La necessità di aggiornare i contenuti di una direttiva ormai decennale partono proprio dalla considerazione che la sicurezza per pedoni e ciclisti lungo le infrastrutture delle cosiddette reti di trasporto trans-europee (in sigla, TEN-T) non è stata pienamente raggiunta. Esiste però già una proposta della Commissione Europea (ora al vaglio del Parlamento) che include secondo ECF importanti miglioramenti. Quello che sottolinea però la federazione europea è che andrebbero elencati criteri minimi di qualità a cui i singoli Stati dovrebbero rifarsi quando realizzano infrastrutture ciclabili, obbligatorie secondo la direttiva su queste reti.

In più l’ECF suggerisce come miglioramento di questa revisione della direttiva europea un cambiamento significativo nella formazione e nella certificazione degli attori preposti alla sicurezza stradale sulla TEN-T. Secondo quanto citato sul sito ECF, novità simili potrebbero dare risultati concreti per la sicurezza della rete europea, visto che le morti stradali a livello continentale avvengono nel 55% dei casi su strade extraurbane. Per quel che riguarda i ciclisti il dato si attesta al 40% su tracciati al di fuori delle città.

Come testimoniato anche dalla Bicistaffetta lungo l’Alta Italia Da Attraversare, Fiab ha testato anche le strade secondarie a bassa percorrenza dove comunque la sicurezza per i ciclisti deve essere prioritaria, ad esempio, sugli attraversamenti. Insomma, in Italia e in Europa, la Federazione Italiana Amici della Bicicletta  vuole che si considerino anche gli utenti attivi della strada quando la politica ragiona di strade extraurbane.