Di seguito la 7° intervista nell’ambito dell’iniziativa #ChiediloaFiab, a Germana Prencipe, sulla tesi n° 4 “Sicurezza stradale e scuola. Progetto Scuola FIAB“, la settima delle 11 tesi congressuali discusse al Congresso Nazionale di Arezzo. Come anticipato, anche per la settima intervista (tesi n°4), la settimana prossima, è possibile inviare le domande per mail all’indirizzo chiediloafiab@fiab-onlus.it, oppure attraverso Facebook e Twitter. L’argomento della tesi numero 4 è “Bici = Paesaggio“, intervista ad Umberto Rovaldi. [Si prega di inviare domande attinenti all’argomento].
1) In 4 anni di FIAB Scuola sono aumentati i bambini che vanno a scuola a piedi e in bici? Ci sono stati risultati misurabili? Si possono compiere pass in avanti con la sola sensibilizzazione ma senza un supporto reale delle amministrazioni?
Il progetto Scuola ha origini antecedenti al 2009. I primi Quaderni di ecologia Urbana, risalgono al 1997 con la pubblicazione “Camminare…pedalare…guidare…muoversi sicuri! Di certo l’avvio del sito ha permesso una visibilità e un riconoscimento di FIAB Scuola in tutta Italia. I vari contenuti trattati in questi anni, magari in modo non coordinato, ad opera di soci docenti e volontari FIAB, sono stati di fatto citati come buoni esempi in molti percorsi didattici ed educativi. Con FIAB la bicicletta ha fatto scuola! Senza presunzione si è conquistata sul campo una competenza specifica, in un confronto continuo e diretto anche con interlocutori a livello europeo.
Ricordo, ad es., l’esperienza del Bicibus a Reggio Emilia, ormai in corso da molti anni, sostenuta dall’Amministrazione Comunale e costruita soprattutto da Gianfranco Fantini, coordinatore nazionale del settore Scuola per FIAB e curatore principale di molte attività e pubblicazioni.
Non vi sono statistiche ufficiali sulla percentuale dei bambini che vanno a scuola a piedi o in bici. Potrebbe essere una proposta di indagine da rivolgere al Ministero delle Infrastrutture e trasporti o al Ministero della Pubblica Istruzione, sta di fatto che progetti pedibus, bicibus, cicloturismo scolastico, ciclopedalate per l’ambiente, sono iniziative richieste dalle scuole e più frequenti nelle città, realizzate da Amministrazioni pubbliche con la presenza in molti casi di soci volontari FIAB e di genitori.
Sicuramente laddove un progetto scolastico è svolto in modo continuativo e non occasionale i risultati sono migliori. Ciò è possibile con la collaborazione delle amministrazioni che finanziano e supportano il progetto. Inoltre se operano sul territorio in modo sinergico con interventi di messa in sicurezza del percorso casa-scuola, con zona 30 e moderazione del traffico il risultato é molto più visibile e duraturo.
2) Su quale aspetto è necessario far leva, in un bambino, perché si convinca ad andare a scuola in bicicletta o a piedi (laddove il tragitto non sia molto lungo e la strada sufficientemente sicura)?
Il bambino per sua indole è già predisposto alla curiosità e alla conoscenza, viene però inibito in questo processo di sviluppo dagli adulti in modo persistente e continuo, per rischi e timori legati alla sicurezza della strada. “Ti accompagno in auto così non corri pericolo delle auto”, è un circolo tragicamente non virtuoso e per nulla protettivo in termini di inquinamento, di relazioni… Il bambino viene relegato ad acquisire un atteggiamento di passività, con un uso limitato delle sue potenzialità, che poi esplodono con altri modalità comportamentali e con disturbi di altro tipo.
Il bambino non viene stimolato al movimento, né allo scambio con gli altri, gli viene proposto uno stile di vita sedentario. La proposte del pedibus e bicibus o di laboratorio di conoscenza della biciclette, sono sempre accolte con molta partecipazione dai bambini, per il loro aspetto esperienziale e pratico, relazionale e di gioco istruttivo. Il lavoro da fare è con le famiglie per offrire messaggi formativi ed educativi coerenti tra scuola e famiglia.
Agli Stati Generali della bicicletta e della mobilità nuova di Reggio Emilia ( 5-6 ottobre 2012) FIAB ha suggerito la messa in sicurezza dei percorsi stradali casa-scuola attraverso:
- ‘strade scolastiche’ (con fasce orarie stabilite)
- isole pedonali davanti alle scuole/istituti (chiusura definitiva al traffico della via)
- installazione posteggi bici nelle scuole e antistanti la scuola/istituto
- zona 30 e/o moderazione del traffico intorno alla scuola/istituto
Tali proposte sono state recepite e condivise da tutti i convenuti del gruppo di lavoro sulla comunicazione.
3) In riferimento alla manifestazione Bimbimbici, si tratta di una iniziativa di ambito scolastico o esclusivamente domenicale? Così come per il “bike to work”, non si potrebbe istituire un “bike to school day”, come già presente in alcuni stati esteri, per favorire la visione della bici come mezzo di trasporto e non solo come mezzo di gioco o passeggiata?
Bimbimbici è una manifestazione che con il suo concorso grafico/letterario bandito per le scuole nel mese di settembre di ogni anno può impegnare docenti studenti in tutto l’anno scolastico. Può coinvolgere in modo differenziato gli studenti della scuola dell’infanzia, primaria fino alla scuola secondaria di I grado. Per la sua valenza interdisciplinare si può inserire nella programmazione scolastica, nel POF (piano dell’Offerta) di un istituto. Il momento della pedalata festosa è quello conclusivo di un lavoro educativo che dovrebbe coinvolgere gli studenti e anche la loro famiglia anche prima della seconda domenica di maggio, data di riferimento.
In molti casi il percorso della pedalata conclusiva si snoda facendo tappa tra le scuole e la data è intenzionalmente scelta infrasettimanale.
Tale manifestazione si è estesa a tante città, nel 2012 hanno aderito oltre 250 località, segno di una partecipazione e di un interesse che cresce. Il Ministero dell’ambiente ormai da anni ne riconosce l’importanza concedendo il patrocinio. Peccato che ancora non vi sia la partecipazione del MIUR. FIAB sta lavorando perché si costituisca un protocollo di intesa tra FIAB e il MIUR per realizzare iniziative che favoriscano la visione della bici come mezzo di trasporto.
4) Nella tesi, ormai di un anno fa, si dichiara l’intenzione di nominare un responsabile per la sicurezza stradale in ogni FIAB locale. Quante associazioni lo hanno avuto in quest’anno? In quante già è presente?
Al momento vi è una mailing list di referenti FIAB che si occupano dell’area “Scuola”. Essa è costituita da circa una quindicina di persone di tutta Italia (comprese le isole Sardegna e Sicilia), ma chi desidera può aggiungersi alla lista senza troppe formalità, purché nominata dalla sua associazione. Questi soci ricevono informazioni via email a cadenza periodica. Si svolgono anche delle riunioni via skype di discussione e di programmazione di attività. Le iniziative nazionali sono, comunque, sempre presenti nel sito scuola, o attraverso comunicati stampa e notizie interne FIAB alla lista presidenti delle 130 associazioni FIAB. La rivista BC della FIAB e il recente data base dei soci, permette di informare tutti i soci tesserati FIAB. Pertanto se l’associazione locale non ha un suo referente specifico, può divulgare e promuovere direttamente gli eventi che coinvolgono le scuole. Purtroppo è un dato di fatto che le risorse umane attive delle associazioni non sono poi così tante.
La FIAB è un ONLUS e i suoi aderenti sono dei volontari e ciò che viene realizzato è su base gratuita o a spese proprie. Qualche contributo economico ricevuto permette di coprire le spese per fare volantini o progetti che impegnano il tempo del dopolavoro e anche delle proprie ferie in queste attività. Molti soci poi non comunicano le attività che svolgono nell’ambito scuola, ogni tanto scopro in Facebook iniziative molto interessanti e lodevoli…questa è una ricchezza di FIAB, ma anche un suo limite in quanto esperienze locali positive non sono rese note e pertanto non diventano fonte di stimolo e suggerimento per altri soci.
Effettivamente sarebbe bello creare un gruppo di giovani soci che possano occuparsi di progetti europei per le scuole, magari ottenendo dei contributi economici. Uno degli obiettivi del gruppo scuola è quello di poter avere uno staff operativo di formatori che possano formare gli altri, in tal modo si costituisce una professionalità da sfruttare anche in altri contesti in futuro. A tal fine faccio un appello a chi legge e opera nella scuola di collaborare con noi. Insieme è più bello e si ottiene di più.
5) E’ necessario che l’uso della bicicletta e la sicurezza stradale entrino a tutti gli effetti nell’offerta scolastica? L’ultima modifica dell’art 230 del Codice della Strada sancisce che solo l’ACI ha le credenziali per tenere corsi su questo tema (ma l’ACI spesso trascura l’aspetto mobilità dolce). Perché FIAB non è riuscita a impedirlo? E’ possibile sperare in una nuova modifica nella legge? FIAB ci sta lavorando?
Sì, è necessario che l’uso della bicicletta entri nell’offerta scolastica, perché a pieno titolo “i velocipedi” fanno parte del codice della strada, e la strada è di tutti ed è importante rendere effettiva la possibilità di utilizzarla anche ai pedoni e ai ciclisti, sia bambini sia adulti.
L’ultima modifica dell’art. 230 è stato un passo indietro in termini di mobilità sostenibile. Questa modifica è stata attuata in sordina, in quello stesso periodo in cui si multavano i ciclisti, alla stessa stregua di un’automobilista togliendo i punti patente, in quello stesso momento si proponeva il casco obbligatorio a tutti…abbiamo fatto una campagna di informazione massiccia a riguardo, ma non ci è stato fatta alcuna segnalazione dai parlamentari con cui eravamo in contatto per la modifica dell’art. 230. Quando ce ne siamo accorti è stato troppo tardi. Nell’audizione del 18/4/2012 è stata fatta la richiesta di inserire la FIAB fra i soggetti di cui avvalersi dell’educazione stradale nelle scuole, in quanto è un’associazione ambientalista riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente dal 2004 e ha una comprovata esperienza della prevenzione, della sicurezza stradale della promozione ciclistica individuata con decreto del Ministro delle Infrastrutture e trasporti dal 2001. Speriamo che i politici di questa tornata elettorale, proprio oggi si vota alla Camera e al Senato, possano essere più attenti e duttili alle tematiche della mobilità ciclistica. Abbiamo, pertanto, segnalato un elenco dei candidati che hanno mostrato più attenzione alle tematiche della mobilità sostenibile e cercheremo di far mantenere gli impegni in caso di loro elezione.
6) Recentemente degli studi hanno dimostrato che il livello di apprendimento dei bambini che si recano a scuola a piedi e in bici è più alto di quelli che vengono accompagnati in auto. E’ un aspetto su cui vorrà far leva il progetto FIAB Scuola?
E’ sempre stato presente nei soci FIAB che andare in bicicletta è un’attività completa che integra più funzioni: psico-motoria, mentale, di coordinazione, che agiscono in modo favorevole sulla salute, intesa dall’OMS come uno stato di benessere fisico, psicologico e sociale. L’area della scuola è sempre collegata a quella della salute del bambino. Progetti che favoriscono gli spostamenti a piedi e in bici, la conoscenza e l’osservazione della segnaletica, l’attenzione ai pericoli della strada, oltre che promuovere una sana alimentazione sono argomenti che FIAB pone in parallelo e a supporto degli stessi.
E’ vero che recenti studi danesi hanno anche evidenziato che andare in bici favorisce la concentrazione. Ma al di là di queste interessanti ricerche che convalidano l’esperienza FIAB, è un dato che dovrebbe essere acquisito che praticare almeno 20 minuti al giorno di bicicletta o di attività fisica previene malattie cardiocircolatorie, ha effetti positivi sul tono dell’umore ed è un buon antidoto alla vecchiaia precoce. Dunque “Pedala che ti passa” che guadagni salute partecipando ai progetti di prevenzione alla salute promossi da FIAB con alcuni dipartimenti di prevenzione di Aziende ULSS.
7) In Friuli c’è un insegnante, Emilio Rigatti, che porta gli alunni a fare lezione sul territorio, e in bicicletta. E’ una sua iniziativa personale o rientra in qualche iniziativa FIAB? Cosa suggerisce agli insegnanti che vogliono adoperarsi per sensibilizzare i bambini alla mobilità a piedi e in bicicletta verso la scuola, in una città in cui FIAB non è presente?
Emilio Rigatti, lavora in una scuola media della Bassa Friulana, è un esempio vivente di chi incarna nella quotidianità le finalità stesse della FIAB. A mio avviso è l’amico per eccellenza della bicicletta e della scuola. Docente creativo e preparato, scrittore prolifico e ciclista urbano coraggioso, “in fuga dall’esercito automobilista” (sua citazione). E’ un riferimento importante per la FIAB (oltre che socio iscritto a Pordenone) e per chiunque voglia proporre progetti didattici ed educativi agli studenti. I suoi libri sono dei trattati di ‘pedalogia’, termine da lui coniato, da “Minima pedalia” a “Se la scuola avesse le ruote”, ma ne ha scritti veramente tanti altri…la sua metodologia è l’esempio di vita. I suoi libri sono chiari e offrono valide indicazioni e suggerimenti a chi opera nella scuola, a chi è interessato di viaggi, di bici, di arte, di cultura con una visione del mondo a due ruote. Ho invitato personalmente Emilio Rigatti a un corso di formazione per docenti organizzato da FIAB, con la piena consapevolezza che avrei solo potuto imparare tanto. Detto francamente non mi sono posta la domanda se avesse o meno rinnovato la sua tessera a FIAB. A livello pratico è uno di FIAB, appoggia le nostre iniziative le vive e le promuove, vedi anche il recente articolo a sostegno del concorso fotografico 2013 Città in bici e ci denomina come “pacifici pistoleros dell’immagine”.
Dopo questo illustre riferimento, nel mio piccolo suggerirei agli insegnanti gli strumenti FIAB: il sito FIAB Scuola, è una vetrina di indicazioni pratiche e di proposte, sono distinte le pubblicazioni per livello di età e scuole. Inviterei a leggere la dispensa “Cammina e pedala”, i quaderni Gallimbeni in particolare il n. 6 “Il Progetto scuola FIAB, educazione alla mobilità ciclistica”, “il percorso didattico alla mobilità sostenibile” e a leggere i libri di E. Rigatti e a praticare la bici. E’ importante non avere paura della fatica o di non essere capaci, è necessario iniziare, il ritorno è assicurato dalla soddisfazione successiva per la partecipazione e il contagioso entusiasmo degli studenti.