Non passa settimana senza che vengano rilasciate dichiarazioni, a volte con molta enfasi, sulla sicurezza stradale e sull’andamento attuale del numero di morti e feriti sulle strade, dopo la Legge 177/2024 sulla riforma del Codice della Strada. Come abbiamo sottolineato più volte, è un argomento troppo sensibile per trarre delle conclusioni affrettate con dati privi di una solida base statistica.
I commenti che seguono, a cura del Centro Studi FIAB, mettono in luce l’incongruenza delle recenti affermazioni del Ministro dei Trasporti Salvini relative alla città di Milano, con l’obbiettivo di sollevare ancora una volta il problema dell’uso approssimato dei dati. Da una parte vogliamo mettere in guardia i lettori e l’opinione pubblica, dall’altra invitiamo tutti a un maggior senso di responsabilità: non è serio rilanciare e mettere in circolazione ripetutamente informazioni fuorvianti, soprattutto se c’è di mezzo la vita delle persone. È necessaria una maggiore attenzione nel trattare questo tema delicato, nel rispetto di tutta la popolazione e in particolare dei famigliari delle vittime di violenza stradale.
Il caso di Milano: errati i dati sugli incidenti riportati dalla RAI
Il 2 febbraio la RAI ha riportato un’affermazione del Ministro dei Trasporti, secondo il quale “In un mese a Milano ci sono stati 508 incidenti e 43 morti in meno”. Affermazione che appare incongruente, perché gli ultimi dati ufficiali (ISTAT) disponibili per Milano sono quelli del 2023 e riportano, per il mese di gennaio 650 incidenti e 4 morti, mentre in tutto il 2023, sempre a Milano, ci sono stati 47 morti e 7817 feriti. È evidente che i dati riportati dal Ministro non hanno coerenza statistica.
Non sappiamo se l’errore sia dovuto all’ufficio stampa del Ministro, forse il riferimento non era Milano ma tutto il territorio nazionale. Da fonte ISTAT, a gennaio nel 2023 in tutta Italia ci sono stati 213 morti e 11.521 incidenti. Ammettendo che i dati utilizzati dal Ministro siano relativi all’intera nazione, significherebbero una riduzione dei morti del 20%. Valori eccezionali se non fosse che viene dichiarato che mancano le informazioni delle rilevazioni delle Polizie locali. Gli incidenti stradali verbalizzati dalla Polizia Stradale nel 2023 (fonte ISTAT) sono stati il 12% del totale, dai Carabinieri il 22%, dalle Polizie Locali e altri organi il 66%. Se l’affermazione di fonte ministeriale fosse riferita al totale nazionale, i morti per incidenti stradali rilevati da Polizia e Carabinieri nel gennaio 2023 sarebbero stati 72 e la riduzione dichiarata di 43 nel gennaio 2023 corrisponderebbe addirittura a -60%. Ma poi notiamo che mancano i dati della mortalità a 30 giorni e comunque in un arco di tempo così stretto non esiste alcuna affidabilità statistica della rilevazione. Anche ASAPS (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale) che normalmente anticipa la tendenza dell’incidentalità rispetto ai dati ufficiali ISTAT, è ferma con le anticipazioni a metà del 2024.
Almeno sei mesi per una valutazione seria dei dati
Cosa possiamo ricavare da questa breve analisi della dichiarazione del Ministro? Che il dato comunicato ancora una volta non ha un fondamento statistico scientifico e conferma l’approssimazione che ha caratterizzato l’intera riforma del Codice della Strada. La tendenza attuale, al contrario, sembra suggerire che ci sarà un aumento di morti e collisioni, anche se piccolo. Ma per trarre delle conclusioni serie occorrono dati più consistenti e un periodo di almeno sei mesi (Bologna ha aspettato un anno prima di comunicare i primi risultati attendibili). Qualsiasi altra uscita e comunicazione anticipata in merito non ha valore scientifico, ma sa molto di propaganda.