In una Trieste che secondo il sondaggio dell’istituto SWG è attraversata ogni giorno da una media di 3500 biciclette, la mozione presto all’esame della IV Commissione a firma del Consigliere della Lega Nord Antonio Lippolis invita il sindaco a emettere un’ordinanza che faccia scendere dal sellino tutti i ciclisti all’interno delle zone pedonali. In caso di approvazione del documento, il transito dei “velocipedi” – così recita il testo del documento – sarebbe consentito “solo se accompagnati a mano” nelle aree pedonali.
Ne abbiamo parlato col proponente della mozione che si discuterà a Trieste martedì 5 settembre. «Il problema dei ciclisti indisciplinati esiste – premette Antonio Lippolis – e la mia proposta è servita ad aprire il dibattito». Quindi obbligo di biciclette a mano in tutte le zone pedonali? «Le possibilità di modifica sono tante. Anche Fiab può avanzare le proprie soluzioni in Commissione. Per me sarebbe già un buon risultato se i ciclisti scendessero dal sellino nelle vie pedonali più strette». Non si va contro chi pedala, ripete il consigliere, ma «contro chi se ne infischia delle regole».
Della mozione che di fatto limiterebbe le possibilità per i triestini di pedalare nelle zone pedonali del centro storico ha parlato anche il coordinatore Fiab Friuli Venezia Giulia Federico Zadnich, tra i promotori della petizione di Fiab Trieste Ulisse su change.org che in pochi giorni ha raccolto oltre mille firme contro la proposta di Lippolis. «È la cura peggio della malattia. Se approvato, il documento colpirebbe tutti i ciclisti, anche i tanti rispettosi delle regole». Vista l’assenza di una rete ciclabile adeguata, a Trieste (in foto Piazza Unità d’Italia) la Fiab sostiene da sempre spostamenti in sella prudenti e responsabili all’interno delle zone pedonali. «I ciclisti indisciplinati senz’altro ci sono – conclude Zadnich – ma il codice viario di Trieste già fissa il limite di 10 km/h per le bici in zone pedonali affollate».