Mobilità dolce e atenei: è la bici il mezzo preferito dagli studenti. Ma solo sulla carta

Mobilità dolce e atenei: è la bici il mezzo preferito dagli studenti. Ma solo sulla carta

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Città più belle perché più sicure grazie alla mobilità sostenibile, dalla bicicletta ai mezzi pubblici. Punto, l’abbiamo già detto, ribadito nell’assemblea nazionale di Monza della Fiab svoltasi a fine aprile. E che viene oggi solo in parte incoraggiato dai dati sulle modalità di spostamento  delle matricole italiane. Secondo la prima Indagine sugli spostamenti e la mobilità condivisa nelle Università gli studenti assegnano infatti il valore medio di apprezzamento più alto alla bicicletta – 7,5 su 10 – preferendolo a tutte le altre soluzioni di trasporto.

Ma preferire non significa sempre scegliere. E infatti dalla ricerca condotta su un campione rappresentativo di circa 70mila casi – tra studenti, docenti e dipendenti – risulta che il 61% si muove su rotaia o coi mezzi pubblici. I dati, disponibili sul sito dell’Università Bicocca che ha coordinato lo studio, sono stati man mano raccolti presso 37 atenei, coinvolti in tutta Italia tramite questionari online, dal Coordinamento dei mobility manager d’ateneo col sostegno della RUS (Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile). Ne è emerso, ad esempio, che il tempo medio di andata e ritorno verso le aule è di un’ora e quaranta minuti. Sul versante  mobilità attiva (piedi e bici) a livello nazionale, recita la sintesi dell’indagine, questa “cresce al diminuire della dimensione dell’Ateneo, sebbene faccia registrare i valore più elevati (24%) nelle Università medie (da 10mila a 20mila iscritti)“.

Ogni studente “pesa” al giorno 4,5 kg di CO2 coi suoi spostamenti casa-università. Numero che in sé dice e non dice, ma che potrebbe comunque diminuire se si ascoltassero di più le esigenze degli studenti. Gli stessi che lamentano soprattutto al Sud e nelle isole “la congestione del traffico“, mentre al Nord “l’eccessivo affollamento dei mezzi pubblici“. Sempre gli stessi che non danno neanche una sufficienza (5,8) alla soddisfazione generale quando si parla di pendolarismo casa-università. Proprio da questo grafico si evince quanto persino la camminata (seconda soltanto alla bici), cui i ragazzi assegnano un 7, venga preferita alla moto (6,5), all’auto (5,3) e al treno (5,1). Ma, ancora, queste sono preferenze, indicazioni, forse anche suggerimenti alla politica. Il dato della ricerca sugli studenti che si spostano soltanto in bici (oltre il 3%) non dista molto dalle stime nazionali sulla popolazione ciclabile.

Si tratta della prima indagine di questo tipo condotta in Europa“. Ma Matteo Colleoni, mobility manager dell’Università Milano Bicocca e coordinatore della ricerca, non esulta sui dati della mobilità sostenibile. “La differenza, come ci aspettavamo, è ancora troppo marcata tra il Nord e il Sud. Si deve puntare sull’intermodalità per aumentare la popolazione in bicicletta“. Al termine di un lavoro iniziato lo scorso anno – e senza alcun finanziamento – Colleoni spera ora che la prossima eventuale edizione dell’indagine venga sostenuta da un istituzione forte a livello nazionale. “Col Ministero dei Trasporti, ad esempio, si potrebbe avere una visibilità maggiore. E la politica capirebbe quanto e dove la mobilità dolce è diffusa o ostacolata nel paese“.