Uomini che odiano le bici

Uomini che odiano le bici

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Sempre più bici sulle nostre strade, in ritardo ma in modo analogo al resto d’Europa. Ancora maggiore però è il ritardo  negli interventi che rendano la viabilità più sicura e favorevole per i ciclisti.

Paradossalmente l’uso della bici, invece di una delle soluzioni, diventa un problema, almeno nella percezione di molti.

E si diffonde la moda di urlare contro i “ciclisti indisciplinati”, nelle chiacchiere da bar, in campagne mediatiche piuttosto rozze,  sfociando anche in atti di aggressione fisica e talvolta in omicidi.

 

  VP bicidi Valerio Parigi

Arrivato in Fiab da terre lontane, dove ha vissuto quasi 20 anni, si è portato in Italia la aberrante pretesa di muoversi in bici come in Nordeuropa.

Ha il vezzo di portare ad esempio le Federazioni sorelle, per es. il Fietsersbond (olandese), la ADFC (tedesca) o il Cyklistforbundet (danese) come “lobby della bici”. Alcune cariche nazionali arricchiscono il suo curriculum, ma ama tenerle quasi nascoste, preferendo agire subdolamente sotto-traccia.

Si dice anche che propugni sfacciatamente folli misure a favore della ciclabilità, pare adottate in quasi tutta Europa: i famigerati sensi unici eccetto bici, il carico dei velocipedi su tram, metropolitane e treni in ottica fantascientifica di intermodalità, etc.

Vive a Firenze, almeno fino a quando non deciderà di riemigrare in Nordeuropa.

  


Il numero di ciclisti nelle città italiane è in costante aumento, ed in questo seguiamo con molto ritardo il resto d’Europa. A fronte di tale virtuosa crescita (ogni bici è un’auto in meno) vediamo spesso ben pochi interventi che rendano la viabilità più sicura e favorevole per i ciclisti: per es. piste ed incroci ciclabili, zone 30 o ciclo-pedonali, etc.

Uno degli effetti paradossali è che l’uso della bici, invece di una delle soluzioni, diventa un problema, almeno nella percezione di molti che non hanno mai percorso in sella una strada trafficata, di burocrati e di alcuni giornalisti.

Da più parti risuonano richiami ai “ciclisti indisciplinati”, a volte portati all’assurdo di considerarli fra i maggiori responsabili dei problemi di traffico, o rilanciati da campagne mediatiche piuttosto rozze.

killer

In Italia ci sono 4.000 morti l’anno sulle strade, tutti causati da mezzi motorizzati, 0 da biciclette (o pedoni). E la statistica di feriti, costi sanitari e sociali, bilancio energetico etc è analoga, sempre a nettissimo vantaggio dei ciclisti, anche quando si arrangiano all’italiana nel far west del traffico.

Chi usa la bici non fa parte di una setta religiosa, lo fa per motivi pratici (intelligenti) e sarà più o meno disciplinato o indisciplinato come chi usa auto, scooter o va a piedi.

Ma le lamentele sui ciclisti indisciplinati spesso sfociano addirittura in espressioni di odio ed aggressioni fisiche o mediatiche. Un esempio è apparso mesi fa su Facebook, in cui alcuni personaggi hanno scippato la gestione del gruppo #salviamoiciclisti (20.000 iscritti) per inondarlo di istigazione all’odio ed all’omicidio, apologia di reato etc (vedi le schermate qui riprodotte).

Oltre che i gestori di Facebook e la polizia postale (che finora se ne sono infischiati) la vicenda, ed in genere le tirate anti-ciclisti, potrebbero impegnare esperti di psicologia sociale, psichiatria, sociologia e criminologia.

Esiste un nesso ben preciso fra aggressioni verbali, anche a mezzo stampa o web, ed i ricorrenti omicidi sulle strade. Altea, la ragazza del gruppo scout travolta vicino a Lodi, non è la vittima di un mostro, di una mela marcia, ma della quotidianetà sulle nostre strade.

Giornalisti ciclofobici, commentatori web, blateratori da bar sport, politici ed amministratori felloni, con le loro parole di odio usate come proiettili, e con l’inerzia sui temi della sicurezza stradale, stanno contribuendo alle stragi sulle nostre strade: non solo di ciclisti ma anche di pedoni, bambini e di chiunque non sia ben corazzato, ed a mantenere alto il terrore che vige nelle nostre città.


Alcuni messaggi autentici comparsi su Facebook:

esempi killer


A ruotalibera. Opinioni e commenti

In questa sezione pubblicheremo periodicamente brevi pensieri o lunghi articoli di dirigenti e rappresentanti della FIAB (ma non escludiamo di “ospitare” anche commentatori esterni).
Troverete opinioni, interventi, commenti di fatti e dibattiti, dai toni seri oppure, al contrario, ironici e scherzosi. Insomma “a ruotalibera”, senza freni e senza mani …. con l’avvertenza, per non farsi male, che le opinioni espresse non coincideranno necessariamente con quelle ufficiali della FIAB.