Anche la Regione Veneto aderisce alla proposta di legge della FIAB per l’infortunio in itinere

Anche la Regione Veneto aderisce alla proposta di legge della FIAB per l’infortunio in itinere

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Un’altra adesione importante alla campagna della FIAB per il riconoscimento dell’infortunio in itinere per chi si reca al lavoro in bici. Al sostegno della “proposta di legge” da parte di più di 50 Comuni e di 6 Provincie, si aggiunge ora quello della Regione Veneto, che porta a 6 il numero di Regioni aderenti. Nei mesi scorsi infatti hanno aderito anche: Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte e Puglia.

Venezia, 19 dicembre 2012

La giunta regionale del Veneto, su proposta dell’assessore alle politiche ambientali Maurizio Conte, ha deciso di aderire alla petizione promossa dalla FIAB – Federazione Italiana Amici della Bicicletta Onlus – per chiedere la modifica dell’art. 12 del D. Lgs n. 38/2000, al fine di garantire comunque la copertura assicurativa dell’infortunio in itinere avvenuto in bicicletta nei percorsi casa-lavoro anche se fosse possibile l’utilizzo del mezzo pubblico.

L’articolo in questione ha introdotto nella legislazione riguardante l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro l’”infortunio in itinere”, già precedentemente riconosciuto sulla base di interpretazioni giurisprudenziali. Viene tutelato l’infortunio, subito dal lavoratore assicurato, nel normale percorso dalla dimora abituale al lavoro e ritorno, sia che avvenga a piedi sia con mezzi pubblici. Nel caso invece si impieghi un mezzo privato, l’uso deve essere “necessitato”. Ciò significa che è necessario dimostrare che non esistono mezzi pubblici oppure che questi non coprono l’intero tragitto o che gli orari non coincidono con quelli di lavoro, ecc.. La copertura assicurativa è prevista solo se si dimostra che l’utilizzo è “necessitato”. La FIAB propone di modificare l’art. 12 del decreto legislativo in questo modo: “L’uso della bicicletta è comunque coperto da assicurazione, anche nel caso di percorsi brevi o di possibile utilizzo del mezzo pubblico”.

“L’uso della bicicletta negli spostamenti urbani, specie in quelli sistematici (casa-lavoro) – sottolinea Conte – rappresenta una modalità di trasporto ad “emissioni zero”, veloce nel traffico cittadino e competitiva rispetto agli altri mezzi di trasporto, in particolare nei tragitti brevi. Pertanto l’uso della bicicletta per andare al lavoro è da ritenersi socialmente utile e meritevole, poiché migliora l’ambiente e contribuisce a diminuire il traffico. Inoltre, l’uso di tale mezzo può essere “necessitato” da motivi personali ed economici importanti ed oggettivi: il lavoratore risparmia l’abbonamento al mezzo pubblico e le spese connesse all’utilizzo dell’automobile, in molti tragitti è più veloce del mezzo pubblico ed inoltre contribuisce a rendere meno affollato il servizio. Anche l’amministrazione regionale del Veneto ha quindi ritenuto opportuno aderire ufficialmente alla petizione promossa dalla FIAB per modificare l’art. 12 del D. Lgs. 38/2000”.

Intanto nel sito della Campagna si continuano a registrare le adesioni di numerosi Comuni ed altri Enti Locali. Purtroppo, nonostante il vasto schieramento politico ed istituzionale a favore, in questa legislatura la proposta di legge non è stata messa al voto. Vedremo adesso chi si impegnerà a ripresentarla e a votarla dopo le elezioni.