Domani, domenica 20 novembre, è la Giornata Mondiale del Ricordo delle Vittime della Strada, ricorrenza istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite. L’iniziativa va avanti dal 2005 e vuole smuovere le istituzioni e l’opinione pubblica su un’emergenza che denunciamo anche in Italia. Tra le soluzioni per contrastare questa tragedia quotidiana la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta ha da tempo proposto la cosiddetta Safety in numbers: più ciclisti in circolazione garantirebbero una riduzione del 34% degli incidenti mortali.
«Ogni anno – ha detto Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite – 1,3 milioni di persone perdono la vita in incidenti stradali e 50 milioni sono feriti. Si tratta della principale causa di morte per bambini e ragazzi». In occasione della Giornata Mondiale del Ricordo delle Vittime della Strada è importante sottolineare un’altra richiesta da rivolgere alla stampa.
Troppe volte di fronte ai decessi degli utenti attivi della strada abbiamo riscontrato un linguaggio e una narrazione che finiscono per colpevolizzare la vittima. Questo non è ammissibile in un paese che fa fronte come tutti gli altri a un’emergenza globale che, per essere risolta, richiederà una riduzione della velocità in città, così come degli spazi in cui le automobili possono circolare. Da questo punto di vista le Zone 30 stanno dimostrando una grande efficacia nella moderazione del traffico. Il messaggio da mandare è che città a misura di persone e di biciclette diventeranno più sicure, più belle e più vivibili per tutti.
In vista della Giornata Mondiale del Ricordo delle Vittime della Strada FIAB si stringe attorno ai famigliari e alle persone che hanno perso una persona cara. E chiede alla politica maggiore impegno per contrastare quella che è una strage (perlopiù) silenziosa.