Generare il cambiamento che porta ad accrescere e a migliorare il livello di ciclabilità nei nostri contesti è un processo complesso. Di sicuro, però, le comunità che pedalano insieme e che si riprendono le strade svolgono un ruolo importante, come dimostrano le critical mass di tutto il mondo.
Di questo ne sono ben consapevoli le associazioni FIAB che da sempre animano i territori organizzando pedalate: momenti di incontro, scambio, condivisione ma anche di educazione stradale (pensiamo per esempio alle uscite con i gruppi scolastici e a Bimbimbici) o di protesta (come le manifestazioni per la sicurezza stradale), dove attraverso la bici si sperimenta e si diffonde un modo diverso di vivere e attraversare lo spazio pubblico. Anche di questo si è riflettuto nell’ultima edizione di Velo-city, il summit mondiale della ciclabilità che si è svolto a giugno a Ghent, in Belgio e di cui riportiamo un racconto interessante, quello dell’urbanista Cyprine Odada, l’anima della Critical Mass di Nairobi.
La Critical mass di Nairobi e la sfida di Cyprine Odada
Nata a San Francisco nei primi anni ’90, la Critical mass è diventata un fenomeno globale che si svolge in innumerevoli città, solitamente l’ultimo venerdì sera di ogni mese, con lo storico slogan “Noi siamo il traffico”.
Un caso degno di nota è la Critical Mass Nairobi che Cyprine Odada, urbanista, attivista nonché Executive Director di questa organizzazione, ha contribuito a trasformare nel più grande movimento ciclistico non competitivo dell’Africa. Una storia che lascia il segno e che ha colpito il pubblico dell’edizione di Velo-city 2024.
Inizialmente Cyprine si è unita alla Critical Mass per fare nuove amicizie; il gruppo era piccolo all’epoca e non si incontrava regolarmente, quindi Cyprine ha scelto di impegnarsi per mantenerlo vivo e ampliarlo. I suoi sforzi non sono stati vani: nel giro di qualche anno il gruppo si è espanso. Come lei sottolinea: “la gioia che la bicicletta stava dando a questa comunità, ha fatto sì che le persone tornassero portando a loro volta amici”.
Certo bisognava fare i conti con la mancanza delle infrastruttura ciclabili di Nairobi e una politica debole sul fronte della mobilità attiva. Le persone pedalavano volentieri ma solo una volta al mese, durante la critical mass. Come riportarle in sella ogni giorno? Per trovare una soluzione, Cyprine si mise ad approfondire il tema della percezione della strada per comprendere quali sono gli ostacoli che la rendono inaccessibile in particolare alle donne e ai bambini, studiando e mettendo in pratica soluzioni originali che potessero rispondere a questi bisogni, tenendo sempre presente la teoria della safety in numbers (più persone vanno in bici, più la strada è sicura). Sicurezza e inclusività vennero messe al centro del lavoro di advocacy del team della Critical mass.
“Bike Train”, piccole critical mass nei diversi quartieri di Nairobi
Nel 2019 il team della Critical mass dà vita ai bike train: una serie di gruppi di ciclisti che partono da vari quartieri e seguono percorsi sicuri, con punti di raduno lungo il percorso e orari precisi che consentono a chiunque di unirsi agilmente. Attualmente il più grande bike train conta 302 membri, mentre il gruppo più piccolo ne ha 58.
Ogni “treno” ha la sua “guida” e un “assistente” per coordinare il gruppo di “pendolari” che comunica con WhatsApp. Oltre alle pedalate ci si accorda per piccoli eventi di quartiere, per esempio per la pulizia dello spazio pubblico, per la piantumazione degli alberi o altre iniziative a carattere sociale o conviviale. “Vogliamo che le persone e i vicini si conoscano – afferma Cyprine – per costruire una comunità appassionata degli stessi temi”.
Parliamo quindi non solo di mobilità attiva ma di un cambiamento che abbraccia l’ecologia, l’inclusività, l’emancipazione delle donne, il diritto a muoversi in sicurezza dei più piccoli, in un contesto difficile, lontano dai nostri standard. Non dimentichiamo infatti che nella capitale del Kenya vivono quasi 4 milioni e mezzo di abitanti e circa 2 milioni di persone popolano gli slum, ovvero le baraccopoli. La sfida abbracciata da Odada e la critical mass di Nairobi hanno quindi un valore enorme seppur relativamente esiguo nei numeri: sono esempi dirompenti che hanno superato i confini per risuonare in molti altri Paesi del continente africano.
Vi consigliamo di dare uno sguardo alle belle immagini raccolte sulla pagina facebook della Critical Mass di Nairobi, che esprimono la forza e la bellezza di questo movimento attraverso una serie di ritratti delle persone che pedalano e che ci portano a riflettere sulle parole di Odada. Per lei la bicicletta non è solo strumento di libertà e cambiamento ma anche di gioia che ogni persona ha il diritto di vivere.