Parte domenica 5 marzo la 10ª edizione della “Giornata delle Ferrovie NON Dimenticate” giornata promossa da Co. MO.Do. la Confederazione della Mobilità Dolce che riunisce diverse associazioni e di cui FIAB fa parte.
Il Recupero delle ferrovie dismesse è un argomento da sempre a cuore a FIAB (che, ricordiamo, nel 2011 FIAB ha pubblicato uno studio dettagliato, curato da Giulia Cortesi e Umberto Rovaldi Dalle rotaie alle bici. Indagine sulle ferrovie dismesse recuperate all’uso ciclistico)
Anche quest’anno le associazioni della FIAB promuovono per il 4 e 5 marzo molte iniziative in bicicletta su percorsi recuperati o da recuperare, l’elenco delle iniziative lo trovate come sempre su andiamoinbici.it
L’iniziativa si apre il 5 marzo a Macerata con il convegno “Il turismo lento come volano per la rinascita delle aree terremotate”, e a fine marzo in Friuli. Maggiori dettagli nel Comunicato Stampa di Co.Mo.Do. che segue.
UN MESE DI MOBILITÀ DOLCE NELLA 10ª EDIZIONE DELLE FERROVIE “NON” DIMENTICATE
Dal 5 marzo al 9 aprile ricco programma di iniziative in tutto il Paese partendo dal Centro Italia: rinascere vuol dire riattivare anche strade, ferrovie, camminamenti, greenways, piste ciclabili, per un turismo alternativo, volano della ripresa
28 febbraio 2017 – Si svolgerà il 5 marzo la 10ª edizione della “Giornata delle Ferrovie NON Dimenticate”, data che dà avvio al ricco calendario di iniziative del “Mese della Mobilità Dolce” in programma dal 5 marzo al 9 aprile 2017 organizzate da Co.Mo.Do. (Confederazione Mobilità Dolce). Nata con la missione di censire, salvaguardare e valorizzare i cammini di Mobilità Dolce, la difesa delle linee ferroviarie in esercizio o di treni turistici, la Confederazione vede oggi, nella sua lungimirante proposta, un grande riconoscimento: la legge appena approvata alla Camera per lo sviluppo delle Ferrovie Turistiche, sostenuta da Co.Mo.Do. e di cui ora è attesa definitiva approvazione al Senato.
Numerosi gli eventi organizzati nella Giornata delle Ferrovie NON dimenticate e nel Mese della Mobilità Dolce, sulle 18 linee turistiche previste nel decreto e le altre presenti in tutta Italia, viaggi lungo le tratte storiche e turistiche, camminate su vecchie ferrovie e stazioni abbandonate organizzate da Legambiente e Italia Nostra, insieme a decine di pedalate organizzate dall’associazione FIAB, treni turistici promossi dall’Associazione ferrovie turistiche e museali tra cui un treno organizzato sulla spettacolare linea Sulmona-Carpinone, la cosiddetta “Transiberiana d’Italia” dall’associazione Le Rotaie con Fondazione FS, escursioni ed iniziative di associazioni locali: dalla Noto-Pachino (conosciuta come la “Ferrovia del Vino”, perché utilizzata per la spedizione viti-vinicola verso il Nord-Italia e la Francia), al Treno Barocco, allestito con rotabili storici, alla Pontremolese lungo la via Francigena, al treno della Sila, alla Valmorea, al treno della Magna Grecia alla riscoperta dei siti archeologici da Crotone a Sibari, lungo i binari della storica linea ferroviaria che dal 1875 lambiscono il mar Jonio.
Partenza: 5 marzo da Macerata (ore 15.00) con il convegno “Il turismo lento come volano per la rinascita delle aree terremotate”, città simbolicamente scelta per affermare che la ricostruzione dell’Italia Centrale duramente colpita dal sisma non può prescindere da infrastrutture sostenibili secondo i principi della Mobilità Dolce. Co.Mo.Do. chiede, dunque, che vengano previste risorse per il ripristino delle ferrovie, il rinforzamento delle tratte ferroviarie minori, piste ciclabili e cammini lungo i sentieri secondari dei parchi. Un modo propositivo per permettere, a questi luoghi di grande vocazione turistica, di ripartire riattivando proprio quelle infrastrutture dolci nel paesaggio di ripercorrerlo il prima possibile perché facciano da volano per la ripresa.
Il mese della Mobilità Dolce si chiuderà in Friuli, duramente segnato dal devastante terremoto nel 1976, simbolo della “ricostruzione possibile”, Qui si svolgerà un convegno il 31 marzo, poi il 1 e 2 aprile Udine per poi arrivare alle linee transfrontaliere in Friuli, per sottolineare come con il treno si possano oltrepassare i confini e legare geografie apparentemente lontane. Proprio l’amministrazione Regionale del Friuli ha recentemente deciso di riattivare la ferrovia Pedemontana Sacile Gemona, interrotta alcuni anni fa da una frana e di cui si temeva il definitivo abbandono. La riapertura riguarderà sia il servizio di pendolari e studenti, segnatamente nei giorni feriali, sia i treni turistici, soprattutto nel fine settimana. Se opportunamente integrata con le altre forme di mobilità sostenibile, in primis con l’escursionismo a piedi e in bici, pensiamo che la scelta friulana possa trasformarsi in un grande successo, come è avvenuto in Alto Adige con la linea Merano Malles, dove si lavora alla elettrificazione per far fronte alla crescita esponenziale del traffico.
“Nell’anno dedicato dalle Nazioni Unite al Turismo sostenibile e dal MiBact ai Piccoli Borghi, mentre le istituzioni sono chiamate a prendere decisioni strategiche per la ricostruzione di tanti comuni devastati e per riportare sul territorio occasioni di lavoro altrimenti perdute – afferma Massimo Bottini, presidente di Co.Mo.Do. – è necessario guardare non solo alla ricucitura della maglia stradale, evitando infrastrutture impattanti sull’ambiente che aggiungerebbero ulteriore degrado, ma a tutte le forme di mobilità rispettose dell’ambiente, a partire dalle ferrovie”.
Un aspetto non trascurabile ma, al contrario, da sottolineare è la funzione delle ferrovie in caso di calamità, come avvenuto per L’Aquila nel 2009 dove sono state utilizzate per un primo intervento della Protezione Civile. Hanno, quindi, dimostrato la propria utilità, che era messa in discussione da chi, in tempi non lontani, ne preconizzava addirittura la chiusura, come nel caso della Terni-L’Aquila o delle tratte per Ascoli e Teramo. Le ferrovie, in Centro Italia, sono state risparmiate dal sisma, aspetto che dovrebbe incentivare al loro utilizzo e potenziamento investendo in queste ferrovie parte dei fondi. Laddove invece il terremoto le aveva colpite, per esempio quelle del Belice nel 1968, ne decretò il successivo e definitivo abbandono.
Vista la vicinanza di Udine ai confini orientali del nostro Paese – e nell’approssimarsi del centenario dalla fine della Grande Guerra, che proprio tra quei monti fu sanguinosamente combattuta – sarà organizzata una Maratona Ferroviaria attraverso i confini che separano l’Italia dalla Carinzia austriaca e dalla Slovenia. Lungo ferrovie che sono state percorse da grandi espressi europei tra Venezia e Vienna, tra Monaco e Belgrado, persino tra Parigi e Istanbul e che oggi sono colpevolmente sottoutilizzate. Basti pensare come tra Trieste e Lubiana (la capitale più vicina alle frontiere italiane) da qualche anno non circoli più alcun treno passeggeri.
“In un momento in cui molti vogliono erigere muri per difendere le piccole patrie – conclude il presidente di Co.Mo.Do. – in una stagione in cui il vento dei nazionalismi e dei particolarismi torna a soffiare impetuoso nei cieli dell’Europa, Co.Mo.Do. e tutte le associazioni confederate desiderano lanciare un messaggio di pace e di fratellanza ai popoli vicini, che si concretizzi anche attraverso la ricucitura dei collegamenti ferroviari transfrontalieri riaprendo i cammini che hanno consentito alle diverse culture di conoscersi e di rispettarsi”.
Le Associazioni di Co.Mo.Do. (Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale, Audax Ari Randonneaur Italia, Assoutenti UTP, Federazione Italiana Ferrovie Turistiche e Museali, Federazione Italiana Amici della Bicicletta, Italia Nostra, Etna Free Bike, Associazione Ferrovie in Calabria, Associazione Europea Ferrovieri, Associazione Italiana Greenways, Iubilantes, In Loco Motivi, Legambiente, Touring Club Italiano, Associazione Transdolomites, Umbria Mobilità).