Le famiglie che scelgono la bici, per l’Arena di Verona, sono quelle impoverite dalla crisi

Le famiglie che scelgono la bici, per l’Arena di Verona, sono quelle impoverite dalla crisi

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La bicicletta è diventata da anni, per molti cittadini, tra i quali molti “benestanti”, una scelta ecologica, economica, più veloce in città, salutare, ludica e turistica. Soprattutto una scelta razionale, più pragmatica che ideologica, data la sua praticità e i suoi benefici.

Per il quotidiano di Verona invece è simbolo di povertà; L’Arena pubblica in prima pagina la foto di una famiglia in bici e titola “Il ceto medio scivola in basso”.

Eppure è una normale famiglia in bici, che si sposta in città, di quelle che vediamo ormai anche da noi, ma ancor di più in Europa, specialmente nei Paesi più ricchi.
E’ possibile, nell’anno domini 2017, che qualcuno pensi ancora a quella come ad una famiglia impoverita, mal ridotta, tanto da doversi spostare in bicicletta?

Pronta la risposta di Giorgio Migliorini, Presidente di FIAB Verona che ribatte al quotidiano: “Sulla prima pagina de l’Arena di domenica 5 febbraio sopra il titolo “la classe media scivola in basso” compare una foto con due genitori in bicicletta e figli sul seggiolino. Dunque il messaggio è: chi usa la bicicletta è socialmente sceso in basso. Complimenti, bel messaggio!

E’ dunque scesa di livello sociale anche la erede al trono di Danimarca che con il marito pedala per portare i figli a scuola in cargo-bike sotto la neve? Non è che i due genitori della foto potrebbero semplicemente essere delle persone normali, responsabili e non iperprotettive, che per muoversi in città usano il mezzo più pratico e salutare?”

Dei benefici economici indotti dalla bicicletta ne abbiamo parlato più volte. Si veda l’ultimo rapporto di ECF “La mobilità ciclistica in Europa vale 513 miliardi di euro all’anno”. E’ dimostrato che la bicicletta ci arricchisce, fa girare l’economia, non è una scelta di ripiego per i più poveri.

Gustavo Petro, sindaco di Bogotà ha detto “Un Paese è sviluppato non quando i poveri posseggono automobili, ma quando i ricchi usano mezzi pubblici e biciclette.”

E la citazione di Petro la riprende un manager che si occupa di innovazione e competitività, sul blog Nova del Sole 24 ore. Marco Baccanti, Chief Executive di ‘Health Industries’, scrive: “Ma nei Paesi veramente avanzati la frase del sindaco colombiano non suona più come una provocazione, ma è davvero una realtà di fatto. Per esempio, consapevoli dell’importanza dell’esercizio fisico e dell’impatto ambientale delle loro automobili, ormai migliaia di cittadini delle città Scandinave, Svizzere, dei Paesi Bassi per il pendolarismo casa ufficio usano quotidianamente la bicicletta; si tratta di cittadini in tutti gli strati sociali, ma in particolare delle persone più colte, che lì sono in genere anche le più affluenti, per le quali l’uso ingiustificato dell’automobile inizia a diventare un comportamento biasimato.”

In Europa aumentano i quartieri senz’auto e questo accade nei Paesi più ricchi, nelle zone popolate da fasce sociali più ad alto reddito.

Per non parlare poi delle ricadute economiche del cicloturismo, con tutta una serie di rapporti e di studi che confermano che i turisti in bicicletta girano con un buon portafoglio: il cicloturista spende in media il 40 % in più dei turisti di massa e crea in Europa oltre 650.000 posti di lavoro.

Insomma qui a scivolare in basso, più che il reddito dei ciclisti in copertina, è la qualità dell’informazione. Non è possibile continuare a comunicare ai cittadini in base vecchi stereotipi, pregiudizi ideologici risalenti a 30 anni fa, quando l’auto era ancora simbolo di conquista sociale ed economica e la bicicletta invece di povertà.

Riferendosi alla città scaligera Shakespeare scrisse “non c’è mondo fuor da queste mura”. Forse è per questo che il quotidiano locale non si accorge che, là fuori, qualcosa è cambiato? E così racconta la storia sbagliata, ed evita di raccontare che, se qualche veronese in più inforca la bicicletta, la città diventa più ricca.