Prevedere nella prossima finanziaria regionale contributi ai Comuni per la realizzazione di strumenti utili a moderare la velocità, ma anche zone con limite di 30 km/h e percorsi casa-scuola, è quanto hanno chiesto giovedì 6/11 alla IV Commissione del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia i rappresentanti di Rete Mobilità Nuova FVG, alla quale aderiscono una serie di associazioni regionali: coordinamento FIAB (Federazione italiana amici della bicicletta), Legambiente, ACP (associazione culturale pediatri), ISDE medici per l’ambiente, WWF Italia, AIFVS associazione italiana familiari e vittime della strada, UISP FVG (Unione italiana sport per tutti).
L’obiettivo è innanzitutto di diminuire drasticamente il numero di morti e di feriti sulle strade della nostra regione (nel 2012 sono stati registrati 84 morti e migliaia di feriti; Trieste, con 682 incidenti e 11 morti, è terza la città più pericolosa d’Italia dopo Napoli e Catania), ma per farlo bisogna aumentare la sicurezza, tenendo in considerazione che la maggior parte degli incidenti si verificano in aree urbane. Da qui l’importanza di sviluppare quel concetto di living street che fa andare oltre l’idea di strada come corridoio di traffico e che introduce prospettive di riqualificazione urbana in grado di mettere in sicurezza le utenze più deboli (pedoni e ciclisti, anziani e bambini).
La riduzione della velocità, fissando il limite di 30 kmh nelle zone residenziali, porta a un dimezzamento del numero di incidenti gravi e mortali. Se a ciò si aggiungono altri accorgimenti come dissuasori, plateau, chicane, restringimenti delle carreggiate, rotatorie, tutti debitamente segnalati, ecco che la sicurezza nelle zone particolarmente sensibili, come quelle in prossimità di scuole e asili, viene portata a livelli molto più alti, anche perché la velocità del traffico si riduce drasticamente.
Limitare morti e feriti significa anche produrre significativi risparmi sul versante sanitario: l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che la spesa sanitaria in Friuli Venezia Giulia legata agli incidenti stradali sia di 25,5 milioni di euro; dal punto di vista ambientale viene ridotto l’inquinamento; per quel che riguarda la qualità della vita si creano migliori condizioni per la mobilità pedonale e ciclabile. E dal punto di vista sanitario, mettendo in sicurezza le aree scolastiche e i percorsi casa-scuola si favorisce la mobilità dei bambini, un modo per combattere l’obesità infantile, che è un grave problema sanitario dei nostri tempi.
Questi obiettivi – è stato sottolineato in conclusione – sono previsti sia dal Piano nazionale che dal Piano regionale della sicurezza stradale: ora spetta all’Amministrazione regionale fare la sua parte cercando gli strumenti più idonei per rendere possibili queste cose.
Intanto sembra che questa iniziativa stia già dando dei primi risultati: Nelle città del Fvg arriva il limite dei 30 km orari (il Piccolo 10.11.2014)