Abbassare la velocità per salvare vite umane: l’appello dei familiari delle vittime sulla strada

Abbassare la velocità per salvare vite umane: l’appello dei familiari delle vittime sulla strada

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In Italia si allarga sempre di più il fronte delle voci che chiedono un cambio di passo per ottenere “città per le persone”. L’obbiettivo è quello di scalzare il paradigma ormai vetusto (e insostenibile) delle città dominate dalle automobili, perché lo spazio pubblico venga ridisegnato e restituito alla cittadinanza, aumentando così la sicurezza e la vivibilità dei contesti urbani.

In questa direzione si muovono anche le principali federazioni, fondazioni e associazioni italiane di familiari di vittime sulla strada che intervengono nel dibattito pubblico sulla sicurezza stradale apertosi in questo periodo. Insieme, per la prima volta, lanciano un appello al Governo, al Parlamento e ai Comuni, sostenendo la diffusione di città e zone 30 km/h anche in Italia e aderendo alla lettera aperta al Ministro dei trasporti promossa da un gruppo di centinaia di tecnici ed esperti, in cui si esprime profonda preoccupazione per l’involuzione che il Paese sta subendo sui temi della sicurezza stradale e della mobilità sostenibile.

Come sottolinea Alessandro Tursi, Presidente FIAB: “Questo appello è di grande importanza. Le motivazioni per passare senza indugi e polemiche alla città 30 sono svariate e messe bene in evidenza dall’esperienza che sta realizzando il Comune di Bologna: la prima motivazione è salvare vite umane. La ciclabilità delle nostre città e il trasporto pubblico locale sono fondamentali per realizzare questo cambio di paradigma”.

bologna

“La tutela della vita umana prima di ogni interesse”, il messaggio dei familiari delle vittime sulla strada

Di seguito riportiamo il testo  diffuso il 13 febbraio e l’elenco delle organizzazioni che lo promuovono.

“Come Fondazioni e Associazioni di familiari di vittime sulla strada, in prima linea da anni in Italia e in Europa per la sicurezza stradale, come forma di memoria attiva per le persone care che non ci sono più e come impegno civile per l’intera collettività:

● consideriamo fondamentale abbassare la velocità massima, prima causa dell’incidentalità con esiti mortali, sulle strade urbane, dove si verifica la gran parte degli scontri stradali, per ridurne la quantità e la gravità;

● ricordiamo che secondo il codice della strada i limiti di velocità vanno stabiliti in base a un unico criterio: “per la tutela della vita umana” (art. 142, comma 1), che, essendo il bene più prezioso, viene prima di ogni altro interesse;

● sosteniamo gli sforzi delle amministrazioni comunali di ogni colore politico, delle associazioni e degli esperti tecnici per estendere le città e le zone a 30 km/h, per controllare e prevenire ogni comportamento pericoloso alla guida e per realizzare interventi fisici di messa in sicurezza delle strade;

● ci raccomandiamo che i provvedimenti in discussione, come la riforma del codice della strada e il decreto ministeriale sugli autovelox, non depotenzino ma anzi rafforzino le possibilità di riduzione della velocità, i controlli elettronici sulla velocità e la distrazione, le zone a traffico limitato, i mezzi e gli interventi in favore della mobilità sostenibile.

Per questi motivi, condividiamo e sosteniamo la “Lettera aperta al Ministro dei trasporti Salvini” promossa nei giorni scorsi dal gruppo costituito da centinaia di esperti e tecnici.

Questo è il testo dell’appello del 13 febbraio firmato da: Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada (AIFVS) Associazione Familiari e Vittime della Strada (AFVS) Federazione Europea delle Vittime della Strada (FEVR) Fondazione Michele Scarponi Associazione Lorenzo Guarnieri Fondazione Luigi Guccione Ente Morale Associazione Gabriele Borgognoni Associazione Sonia Tosi Fondazione Matteo Ciappi Associazione Rose bianche sull’asfalto Associazione Manuel Biagiola Associazione Marco Pietrobono Associazione Davide Marasco Associazione Andrea Nardini Associazione Dorothy Dream Alina Art Foundation Insieme per Fabrizio