Placemaking: per luoghi vivi, amati, attraenti

Placemaking: per luoghi vivi, amati, attraenti

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In occasione della Settimana Europea della Mobilità che quest’anno mette al centro “la condivisione dello spazio pubblico”, cogliamo l’occasione per approfondire il tema del placemaking attraverso il saggio firmato da Valeria Lorenzelli, architetta e vicepresidente FIAB, intitolato “Placemaking. Creare luoghi vivi, amati, attraenti”. Un testo decisamente piacevole alla lettura, chiaro e ricco di spunti interessanti, che ben si intreccia con le iniziative, gli eventi e il messaggio della Sem, nonché con le sfide portate avanti da FIAB.

“Nel mio libro, attingo dall’esperienza internazionale e personale per proporre strumenti e priorità adatti al contesto italiano – afferma Lorenzelli.  “Questi includono psicologia sociale, comunicazione, gestione di eventi e modelli amministrativi, strumenti volti a sostenere una condivisione più efficace dello spazio pubblico e accessibili sia ai professionisti che alle persone che intendono agire nello spazio pubblico con  consapevolezza. Accessibilità e mobilità sono parte integrante di questa riflessione, perché evidenzio la necessità di superare il paradigma culturale attuale ancora troppo centrato sulle auto anziché sulle persone”.

Un libro, quindi, che parla non solo alle amministrazioni e agli addetti ai lavori (architetti, esperti di marketing etc) ma che si rivolge alla cittadinanza “attiva”, nutrendo il dibattito sullo spazio pubblico e fornendo strumenti utili alle nostre associazioni, per ragionare e intervenire  sulla trasformazione delle città.

Ricordiamo anche che l’opera di Lorenzelli è vincitrice della seconda edizione del Premio letterario di saggistica economica e sociale 2024 Il Sole 24 Ore.

Cos’è il placemaking?

“Il placemaking è un’azione collettiva che valorizza lo spazio pubblico, rendendolo espressione di chi lo vive. Supera l’approccio tecnico incentrato sulle infrastrutture, puntando sull’animazione e la gestione costante” spiega Lorenzelli. In altre parole, è un processo di creazione di luoghi di qualità che le persone desiderano visitare, in cui vogliono vivere, lavorare, acquistare, giocare, imparare. Nonostante il metodo sia diffuso e praticato in tutto il mondo, risulta ancora poco conosciuto nel nostro Paese.

Il placemaking ci porta prima di tutto a riflettere su cos’è “un luogo” e sulla connessione che la dimensione fisica (ovvero lo spazio) deve mantenere con la dimensione umana, ovvero quella non tangibile, plasmata dalla vita delle persone che attraversano quel luogo.

Comprendiamo quindi che il placemaking non si limita a modificare l’aspetto fisico degli spazi ma punta a rispondere ai desideri e ai bisogni delle persone, cercando di creare un legame profondo tra gli abitanti e l’ambiente in cui vivono. In quest’ottica, si evidenzia il ruolo strategico della comunicazione nel coinvolgimento della comunità.

L’obbiettivo del placemaking: il benessere delle persone

Grazie al placemaking si può agire su più fronti con interventi di progettazione, riqualificazione e rigenerazione degli spazi pubblici. Le azioni da mettere in campo poggiano su 4 pilastri (mixité, accessibilità, programma di attività e governance).

Tra le pagine del libro troviamo moltissimi esempi da tutto il mondo, oltre a una serie di pratiche da prendere come modello, perché capaci di generare un circolo virtuoso per il benessere, la salute e la felicità delle persone.

Detroit, da capitale dell’auto a città pedonale ph kahari king/unsplah

Si racconta per esempio di Detroit, città degli Usa che nel 2013 dichiara il proprio fallimento a seguito della chiusura delle storiche fabbriche automobilistiche. Qui è stato avviato un importante progetto di rigenerazione urbana con interventi mirati di placemaking.

Sempre in quest’ottica, si cita anche la Vertical Gym di Caracas, l’opera realizzata dal collettivo di urbanisti Urban-Think Tank, altro esempio di placemaking realizzato nelle slums.

Venendo a noi, sebbene l’Italia sia ricca di storia, cultura e bellezze paesaggistiche, finora le apparenze, i preconcetti e gli stereotipi hanno contribuito a etichettare il nostro Paese in modo distorto, allontanando di conseguenza turisti o potenziali investitori.

Lorenzelli fa notare che “nel mondo molti progettisti si ispirano alle “piazze italiane” apprezzandone l’interazione sociale, la convivialità e l’uso multifunzionale degli spazi. Tuttavia, molti territori in Italia richiedono un approccio di ricucitura e valorizzazione. Sono aree prive di connessioni adeguate e vittime della desertificazione di servizi e funzioni, per questo necessitano di interventi mirati per recuperare il loro potenziale. Un efficace placemaking in questi contesti può rilanciare l’attrattività e la vivibilità dei territori, migliorando la qualità della vita per i residenti e rafforzando il tessuto sociale locale”.

Park(ing) day, un esempio di placemaking

Un’azione che punta a rivitalizzare le città e che invita le persone a ripensare e a riprendersi lo spazio pubblico, è sicuramente il park(ing) day, l’iniziativa del 21 e 22 settembre in programma nella Sem. L’evento punta a convertire temporaneamente aree occupate da parcheggi in spazi pubblici di socialità, portando l’attenzione sull’eccessiva quantità di spazio delle nostre città occupato da auto private. Si tratta di un chiaro esempio di placemaking!

Catania, park(ing) day, Sem 2024

Oltre a questo esempio, nel libro si incontrano numerose riflessioni familiari a FIAB che viene citata più volte, in particolare nel capitolo dedicato all’“accessibilità e all’attrattività”, dove si affrontano nello specifico il tema dei trasporti, dell’accessibilità delle strade, delle connessioni nel territorio.

Catania, Park(ing) day, Sem 2024

Altro spunto interessante – che non può non toccare la Federazione – arriva nel finale, quando si cita il placemaking inconsapevole portato avanti da amministrazioni avvedute, aziende e associazioni come FIAB che attraverso una partecipazione volontaria danno una spinta enorme all’Italia. Stiamo parlando di 330.000 realtà che impiegano 5,5 milioni di volontari e 778.000 dipendenti. Come sottolinea Lorenzelli, si tratta di una straordinaria ricchezza per il nostro Paese, che dovrebbe essere coordinata per ottimizzarne gli sforzi e le risorse in termini di fondi, idee, intelligenze votate ogni giorno a rendere quartieri e città più vivibili. Parola di vicepresidente FIAB!

Appuntamenti in calendario

Per chi desidera approfondire questi tem, segnaliamo i prossimi appuntamenti con Valeria Lorenzelli per la presentazione del libro:

21 settembre, Verona Spazio Galeno, Sem Verona

12 ottobre, Parole, pedali e Puccini, Viareggio

18 ottobre, Utopian Hours, Torino

16 novembre, Book City Milano ADI Design Museum

*la foto in copertina è di Lorenzo De Simone