Sicurezza stradale, continua la campagna di disinformazione del MIT

Sicurezza stradale, continua la campagna di disinformazione del MIT

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Prosegue la campagna di annunci del Ministero dei Trasporti per dimostrare l’efficacia delle nuove norme del Codice della strada sulla sicurezza delle strade italiane. Il 15 marzo è infatti uscito il terzo comunicato (a tre mesi dall’entrata in vigore della legge 177/2024), che segue quelli del 15 febbraio (a due mesi) e del 1° febbraio (a un mese e mezzo). Come nei precedenti, anche in questo comunicato, il MIT evidenzia un  calo di incidenti, vittime e feriti riportando dati che secondo il Centro Studi Fiab sono fuorvianti.

Nell’articolo lasciamo la parola a Edoardo Galatola, responsabile sicurezza del Centro Studi FIAB, che valuta l’attendibilità dei dati diffusi, ribadendo le criticità legate al metodo. Infatti, si continuano a utilizzare informazioni di tipo statistico che hanno bisogno di tempi di raccolta, analisi e verifica per non anticipare conclusioni affrettate. E quello che ci allarma è che ancora una volta i conti non tornano.  “C’è un’enorme disomogeneità dei dati – afferma Galatola – e se si vanno a prendere dati affidabili come quelli di ASAPS, Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale, si riscontra un leggero aumento delle vittime di violenza stradale, a differenza di quanto comunicato dal MIT”. 

Sicurezza stradale e dati diffusi dal MIT: i conti non tornano

Secondo il Ministero dei Trasporti (comunicato del 15/3/25), nei tre mesi dopo l’introduzione del nuovo Codice della Strada (14 dicembre 2024 – 13 marzo 2025), le rilevazioni della Polizia stradale e Carabinieri (che da fonti ISTAT verbalizzano il 33,8% del totale degli incidenti) mostrerebbero un miglioramento della sicurezza stradale in confronto al corrispondente periodo dell’anno precedente:

  • Incidenti: 5.712 (-8%)
  • Morti: 238 (-20%)
  • Feriti: 8.407 (-9%)

Rispetto al comunicato di un mese fa, i miglioramenti dichiarati sono inferiori per tutte le voci. I numeri mostrano riduzioni assolute decrescenti. Nell’ultimo mese (14 febbraio-13 marzo) ci sono 2 morti in meno, mentre nei due mesi precedenti ce n’erano in media 23 in meno. “Sembra che le nuove norme stiano perdendo efficacia – osserva Massimo Gaspardo Moro, coordinatore del Centro Studi FIAB – A ben vedere l’efficacia delle nuove norme è quasi interamente basata su sanzioni più severe. Non c’è altro. Ma le sanzioni più dure funzionano solo se ci sono più controlli. I controlli però non dipendono dal Codice della Strada ma dalle politiche del Governo. Il Ministero non dice se i controlli sono di più rispetto allo scorso anno e se sono stati stanziate le risorse economiche per mantenere alto il livello dei controlli”. 

Quali sono le fonti per le stime del MIT? I dati ACI-ISTAT 

Per verificare quanto comunicato abbiamo analizzato la fonte primaria dei dati statistici sull’incidentalità stradale, ovvero gli archivi e le pubblicazioni di ACI-ISTAT. Gli ultimi riferimenti pubblicati sono “Incidenti stradali. Stima preliminare. Gennaio-giugno 2024” pubblicata il 15/11/24 e “Incidenti stradali in Italia – 2023pubblicata il 25/7/24. Per uniformità di valutazione restringiamo il campo agli incidenti stradali registrati da Polizia e Carabinieri nel medesimo periodo (metà dicembre 2023 – metà marzo 2024); emerge che sono stati registrati 12.307 incidenti, 228 vittime e 16.596 feriti, per cui il confronto contrariamente a quanto indicato dal Ministero darebbe i seguenti risultati: 

  • Diminuzione degli incidenti rispetto al 2024: -53,6%
  • Aumento dei mortie rispetto al 2024: +4,2%
  • Diminuzione dei feriti rispetto al 2024: -49,3%

Risulta palese l’incongruenza dei dati esposti.  In realtà ci sono anche ulteriori variabili che, fornendo i dati in tempo quasi reale, non vengono minimamente presi in considerazione. Tra questi è fondamentale l’assenza della contabilizzazione dei morti riportati successivamente all’incidente (vengono registrati se il decesso avviene da 2 a 30 giorni dopo l’incidente) che costituiscono un ulteriore 20%.

Incidenti stradali, non c’è una reale diminuzione della mortalità

Ne consegue che parlare di una riduzione del 20% della mortalità su queste incertezze è fuori luogo e la percezione è che il dato, al contrario, mostri un incremento e non una riduzione dell’incidentalità (come suggerisce il confronto con i dati ISTAT per cui al contrario si registrerebbe un +4%).

Dati ASAPS: in aumento incidenti mortali di ciclisti e pedoni 

Il sito dell’ASAPS, un soggetto indipendente rispetto al Ministero, riporta i dati di mortalità registrati man mano che avvengono. Non costituiscono il totale dei dati (qualcuno può sfuggire), ma la metodica di rilevazione è costante. Nel sito ci sono due osservatori normalmente monitorati, ovvero gli incidenti mortali a ciclisti e pedoni. 

Dal sito ASAPS i morti nell’utenza attiva nei mesi di gennaio e febbraio sono stati 101, mentre nel 2024 99, con un incremento del 2%. Essendo questo dato uniforme è presumibile che in generale, su tutta l’incidentalità stradale, non ci sia stata una riduzione, bensì un leggero aumento

Stretta per alcol e droghe, messaggio contraddittorio del MIT

Non sfugge infine la contraddittorietà del messaggio, finora sventolato, di stretta ad alzo zero per il consumo di alcol e droga alla guida. Infatti nell’ultimo comunicato leggiamo:

“Anzitutto, le preoccupazioni per controlli irrazionali su droghe e farmaci si sono confermate totalmente infondate. Ed infatti si coglie l’occasione per ribadire che i limiti per il consumo di alcol non sono cambiati con il nuovo codice. A questo proposito va ribadito che alcuni provvedimenti citati dai media negli ultimi giorni – come le multe ai ciclisti in stato di ebbrezza – sono figlie di regole in vigore da decenni, e che fanno riferimento all’articolo 186 del codice che risale al 1992.”