In Italia le strade non sono sicure (e non รจ colpa dei migranti)

In Italia le strade non sono sicure (e non รจ colpa dei migranti)

Condividi!

Introduzione di Stefano Gerosa, testo di Fabio Lopez Nunes

Migliaia di morti e feriti gravi ogni anno sulle strade in Italia. Un ecatombe. Per non parlare degli enormi costi economici che questi comportano e che pesano sul nostro bilancio pubblico.

E’ un problema gravissimo, forse il piรน grave del nostro Paese. O meglio lo sarebbe se guardassimo ai dati e non alle paure, se ragionassimo seriamente in termini di perdite umane, di reale pericolo e non di quello “percepito”.

Gli incidenti stradali ci colpiscono piรน della criminalitร , del terrorismo o della presunta insicurezza derivante dagli sbarchi dei migranti, tanto gridata da governanti, mass media e social, ecc.

Ho trovato in Facebook la riflessione di un nostro amico, Fabio Lopez Nunes, architetto e tecnico che si รจ sempre occupato con passione di mobilitร  e in particolare di mobilitร  ciclistica.

Condivido al 100% e, con il suo permesso, la riporto pari pari.

“Milano, sbaglia manovra e travolge un gruppo di persone fuori dalla chiesa: morta una donna”.
Serve sicurezza (security) o serve sicurezza (safety)?
Gli italiani sono ammaliati dalle grida di chi oggi siede al tavolo di governo, per l’insicurezza derivante dalle orde di migranti africani, che importerebbero terrorismo, malattie, islamismo e quant’altro. Quanti morti o feriti gravi fra gli italiani ha causato questa “invasione”? Credo che siamo prossimi al limite quando tende a zero. Ora domandiamoci quanti morti o feriti gravi gli italiani causano agli italiani (e non solo), semplicemente al volante del loro veicolo, per distrazione, imbecillitร , ignoranza delle norme della strada, e via dicendo? Sono migliaia, oltre 3.000 ogni anno (morti). Un’ecatombe; e nessuno se ne preoccupa. Al contrario, una pubblicitร  su due ci invita a comprare l’auto piรน potente, piรน grossa, piรน accessoriata. Oggi abbiamo in strada piรน di un’auto ogni due abitanti. E il codice della strada resta ancora quell’elefante addormentato di decenni or sono.ย 


Percorro molto spesso la Milano-Meda; rispetto il limite di 80 km/h; mi superano tutti o quasi. E quando sono io a superare qualcuno, arriva da dietro perentorio un bolide a tavoletta lampeggiando o suonando “largooo, pista, arrivo io che sono piรน bello e piรน importante di te”; costretto a forza a fargli spazio (altrimenti mi monta sopra), mi supera lanciandomi improperi a gestacci e poi mi taglia la strada per uscire al primo svincolo. Atteggiamento ‘tipo’ di un cittadino a cui รจ stato messo sotto il sedere un motore.
Risultato, su quella arteria trafficatissima c’รจ almeno un incidente al giorno, sempre per eccesso di velocitร , imprudenza e mancato rispetto delle regole.

I numeri veri ci dicono che questo paese ha bisogno di safety, sulle strade, sui luoghi di lavoro, nelle case, nelle scuole; e noi ce la prendiamo solo per ragioni di security, la cui incidenza reale (non quella percepita) รจ oggettivamente infinitesimamente minore.