Tagliare 555 milioni di tonnellate di CO2. Il contributo FIAB al Green New Deal

Tagliare 555 milioni di tonnellate di CO2. Il contributo FIAB al Green New Deal

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Un piano da mille miliardi di euro per contrastare i cambiamenti climatici che mettono a rischio la salute del pianeta, il patrimonio storico e culturale (come a Venezia), e la vita delle persone. La nuova Commissione Europea di Ursula von der Leyen ha preso una posizione netta a favore dell’ambiente annunciando il Green New Deal. L’obiettivo è ambizioso: raggiungere le emissioni zero entro il 2050, controbilanciandole con investimenti per cambiare abitudini e stili di vita delle persone. In tutto questo FIAB crede non si possa prescindere dalla mobilità ciclistica.

L’European Cyclists’ Federation, di cui FIAB esprime il vicepresidente Alessandro Tursi, ha pubblicato un articolo in cui auspica un impegno chiaro da parte di Bruxelles per trasformare il Green New Deal in un’occasione di investimento massiccio sulla mobilità attiva, su trasporti e infrastrutture sia a livello europeo, sia a livello nazionale. Per ridurre le emissioni di CO2 la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta ha un suggerimento: se quadruplicassimo il numero di spostamenti in bicicletta taglieremmo 555 milioni di tonnellate di anidride carbonica.

L’inquinamento provoca ogni anno 440mila morti nel mondo secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. A questi decessi si aggiungono quelli causati dagli automobilisti che, pur non riguardando strettamente l’ambiente, segnalano quanto l’emergenza sia complessa. Meno auto nelle strade (e dunque anche più ciclisti in circolazione) non significa soltanto meno inquinamento, ma anche più sicurezza per tutti gli utenti della strada come dimostrano i dati della Safety in Numbers.

Appoggiando gli annunci della nuova Commissione Europea sul Green New Deal, l’ECF ha voluto comunque far notare quanto gli obiettivi di zero emissioni entro metà secolo siano già difficilmente raggiungibili visto che nessuno degli ex Ventotto membri dell’UE è in linea con gli accordi di Parigi del 2015. La strada resta quella: meno emissioni provengono anche da più incentivi che diffondono pratiche come il bike to work e il bike to school.