Come sarà la mobilità del futuro? Il Gruppo FS lo chiede a FIAB

Come sarà la mobilità del futuro? Il Gruppo FS lo chiede a FIAB

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«Si è ridotta la congestione del traffico automobilistico. La diffusione dello smart working ha ridotto gli spostamenti dei pendolari e incrementato l’uso quotidiano della bici. Di negativo c’è stato un calo nell’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico per la difficoltà di mantenere il distanziamento fisico a vantaggio dell’auto privata». Così Massimo Gaspardo Moro, consigliere nazionale FIAB con delega all’intermodalità, ha riassunto l’anno che ci siamo lasciati alle spalle a FS News, la testata ufficiale del Gruppo Ferrovie dello Stato. Come sarà la mobilità del futuro? E quali sono gli aspetti su cui puntare? Da trent’anni la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta svolge un lavoro di advocacy costante sul territorio e all’interno delle istituzioni per spiegare le potenzialità della mobilità attiva e, in particolare modo, della mobilità ciclistica.

Nel pieno di una pandemia che ha rivoluzionato la vita di molti, le abitudini agli spostamenti sono in parte cambiati. «Quello che FIAB sostiene da anni, supportata dai dati – ha argomentato Moro nell’intervista a FS News – è che più bici ci sono in circolazione più è sicuro andare sulle due ruote». I dati sono quelli di Safety in numbers, che la Federazione diffonde da tempo per supportare la propria azione: con il 15% degli spostamenti in bicicletta si otterrebbe, ad esempio, la riduzione degli incidenti mortali.

Il lavoro svolto da FIAB nel 2020, anno cruciale per la mobilità, è stato già descritto dal presidente Alessandro Tursi. «La pandemia ha stravolto ogni cosa – ha dichiarato Tursi – ma ha fatto vedere con occhi nuovi il tema della mobilità e lo sviluppo della ciclabilità urbana». Come sempre è bene guardare alle migliori esperienze europee, per seguire gli esempi bike friendly più efficaci e lungimiranti. Al tempo stesso, come ha ricordato il consigliere FIAB Moro, «in Italia siamo un po’ in ritardo ma il percorso è giusto». Una delle leve su cui puntare è senz’altro l’intermodalità bici+treno. «Le piste ciclabili hanno bisogno di appoggiarsi a una rete ferroviaria accessibile, capillare e moderna – ha concluso – Se riusciamo a mantenere e sviluppare queste condizioni, sempre più persone saranno spinte a provare quest’esperienza integrata».