Norme di sicurezza sui veicoli: a Bruxelles nuovo stop dalla lobby delle auto

Norme di sicurezza sui veicoli: a Bruxelles nuovo stop dalla lobby delle auto

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Brutte notizie da Bruxelles dove, lo ha denunciato pochi giorni fa la European Cyclists’ Federation, c’è stato un nuovo rinvio delle decisioni in materia di sicurezza dei veicoli, ovvero quei sistemi che assistono la guida (sempre nella speranza che la prudenza resti a bordo). Criteri che la Commissione Europea è ormai costretta ad aggiornare inseguendo le tecnologie al servizio della mobilità. Stando a quanto riporta l’organizzazione sul suo sito, per queste norme al passo coi tempi bisognerà attendere almeno fino a marzo 2018 a causa dell’intervento in sede europea del Motor Vehicle Working Group, vera e propria lobby delle auto.

Tra le innovazioni in attesa di essere inserite nelle norme standard di sicurezza, ad esempio, l’Ecf cita l’Intelligent Speed Assistance, una funzione che già su alcune vetture limita la velocità, la Autonomous Emercency Braking, nient’altro che sensori in grado di rilevare la presenza di pedoni, ciclisti o altri veicoli attivando una frenata automatica del mezzo. Per i mezzi pesanti invece la questione sicurezza si potrebbe risolvere con abitacoli in grado di garantire una visibilità maggiore sul traffico, soprattutto in curva. Già si parla di sensori che permettano una monitoraggio a 360 gradi attorno al camion. Passi avanti dunque, su cui tuttavia il Motor Vehicle Working Group ha ottenuto un rinvio per un ricalcolo, il terzo, dei costi/benefici dei nuovi sistemi di sicurezza dei veicoli.

Norme di sicurezza al passo coi tempi che non richiedono soltanto le associazioni e le organizzazioni bike friendly dell’Unione. A invocarne l’urgenza anche i diversi ministri, soprattutto dei trasporti, tra cui il responsabile del dicastero italiano Graziano Delrio, che ha apposto la sua firma su una lettera indirizzata il mese scorso alla Commissione Europea. Nell’incipit la missiva fa riferimento al numero di morti in incidenti stradali del 2015: 26mila europei a cui vanno aggiunte le 135mila persone gravemente ferite. Obiettivo esplicitamente indicato dai responsabili dei dicasteri di otto paesi membri, tra cui anche Francia, Germania e Olanda, è il cosiddetto zero accidents scenario. Forse un’utopia, a cui tuttavia la politica non può sottrarsi.

Parlando poi di cifre, la diffusione di veicoli dotati di sistema di sicurezza come quelli sopra citati contribuirebbe senz’altro alla riduzione del numero di incidenti e di morti che coinvolgono anche ciclisti e pedoni. I cosiddetti utenti deboli della strada: nello specifico i ciclisti morti nei paesi membri a seguito di un incidente sono diminuiti da 3044 (dato del 2005) a 2112 (dato del 2014). Oggi, stando sempre a Ecf, la fetta degli incidenti mortali vede coinvolto per l’8,1% chi si sposta in bicicletta. D’altra parte, gli ultimi dati non permettono tentennamenti ai decisori politici: 500 persone che ogni settimana perdono la vita nei paesi dell’Unione evidenziano un problema prioritario.